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Il progetto è perfetto nei suoi particolari. Tutto è calcolato al minuto. La strada già nota.

Parte mia moglie col Mirtillino ammalato. 23 giugno. Il 5 luglio partiremo noi.

Sera del 4 luglio; ancora ventiquattr’ore e ci siamo. Mi proietto nella sera dopo, seguo già tutti i miei passi. Il mare è quieto, il cielo è terso. Steso sulla poltrona a sdraio, ora inseguo calmo i pensieri. Questa sera c’è «lui» a bordo. Ci troverà. Verrà, non può ritardare. Conosce i rischi dei viaggi a vuoto.

Passi affrettati sulla scala. Telegramma. Maledizione. È il telegramma di rinvio (convenzionale).

Giro due ore intorno alla tavola, bestemmiando, almanaccando. Poi mi rassegno.

Rinunzio alla descrizione di Lussu.

Nuove notizie. È fissato per il 26.

26 luglio: bis del 17 novembre. Mare divinamente placido, miliziotti tranquilli, noi tranquillissimi. Le esperienze passate ci hanno insegnato a prevedere il fiasco. Lasciamo perciò i panni all’asciutto. E il ritorno — come cani bastonati — non conosce incidenti.

27 luglio: sabato. Com’è vero che Dio paga il sabato. Stasera fuggiremo. Nella notte ho sognato un leone che mi insegue su un «tapis roulant». Sogno a conclusione lieta. Lussu interpreta fulmineo: tapis roulant-fuga. Leone-Africa. Finalmente ci siamo.

Ma all’ora dovuta non ci sono. O se ci sono, non si sono visti i segnali. L’annunzio è tardivo e a questo punto c’è sotto un mistero che almeno per ora


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