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(Sospensione per servizio).

L’alta percentuale delle perdite credo che in parte sia dovuta alla temerarietà di cui fecero mostra alcuni, o nuovi al fuoco o sprezzanti della vita.

Riprendo il filo del racconto. Dunque, vedendo che la lotta continuava e il fuoco avversario si stringeva, scendevo a un posto vicino a prendere rinforzi che attaccando di fianco l’avversario lo costringevano a battere in ritirata. Credo che nessun altro reparto avrebbe tenuto la posizione in condizioni simili.

Ora la posizione sul fronte è profondamente modificata a nostro favore. I nostri avanzano, noi abbiamo avuto rinforzi di uomini e materiali, tra pochi giorni la situazione sarà risolta in questa zona a nostro favore. Si porrà perciò abbastanza presto il problema del nostro ritorno.

La piccola ferita non mi dà la minima noia, tanto è vero che sono rimasto col reparto di cui ho assunto il comando, aiutato magnificamente da Tulli, Magrini, Tortora, e soprattutto da un eccezionalmente in gamba ex-ufficiale anarchico delle truppe coloniali, Bifolchi, venuto da Bruxelles, di cui credo che Calosso abbia già fatto le lodi sul giornale.

Preferisco non parlarti dei compagni caduti. Ne scriverò un giorno come meritano. Angeloni è morto come un eroe classico: «Addio, compagni», gridò sul ciglione dove si era troppo scoperto. Cantò l’Internazionale, parlò dei suoi, serbò coscienza fino alla fine

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