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la sua eloquenza era tutto l’opposto dell’oratoria tradizionale socialista. Ragionava a base di fatti, freddo, preciso, tagliente. Metodo salveminiano. Quando affermava, provava.
Niente esasperò più i fascisti del metodo di analisi di Matteotti che sgonfiava un dopo l’altro tutti i loro palloni retorici.
Abbiamo lasciato 3,000 morti per le strade d’Italia, tuonava Mussolini. — Pardon, 144, secondo il vostro giornale, replicava Matteotti.
— Il fascismo ha messo fine agli scioperi, Le ferrovie camminano. L’autorità dello Stato è stata restaurata. Matteotti, tra la stupefazione dei fascisti, interrompeva per rinfacciare al duce gli articoli del ’19-20 inneggianti agli scioperi, alla invasione delle fabbriche, delle terre, dei negozi.
Dopo la famosa requisitoria di Matteotti contro i metodi elettorali fascisti (maggio 1924) gridata alla Camera tra altissime minacce e interruzioni, Mussolini pubblicò il 3 giugno sul «Popolo d’Italia» il seguente corsivo: «Mussolini ha trovato fin troppo longanime la condotta della maggioranza, perché l’On. Matteotti ha tenuto un discorso mostruosamente provocatorio che avrebbe meritato qualche cosa di più tangibile che l’epiteto «masnada» lanciato dall’On. Giunta».
L’8 giugno il giornale dichiarava che «Matteotti è una molecola di questa masnada che una mossa energica del Duce penserà a spazzare».
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