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miare al mondo un nuovo massacro, sarebbe concepibile ed accettabile: un intervento rivoluzionario; un intervento che avesse lo scopo preciso e proclamato di appoggiare una rivoluzione antifascista in Germania, una sollevazione a Vienna, a Milano.
Una Francia democratica e socialista che in un momento importante della lotta civile in Germania interviene e innalza in faccia a Hitler un governo tedesco libero e rivoluzionario, che a sua volta con un’armata di operai tedeschi si ricongiunge ai fratelli ribelli in patria; una Francia che assume l’impegno solenne di fronte al mondo di abbandonare il Reno senza un centesimo di indennità, non appena un governo libero e umano si sia costituito e che promette la parità nel disarmo e la revisione pacifica dei trattati al libero popolo tedesco.
Sogni, si dirà. Sogni, ammettiamo anche noi. Le democrazie di governo in Europa non sono da tanto. Bisognerebbe che per lo meno in Francia e in Inghilterra esistessero dei partiti di democrazia socialista veramente rivoluzionari, composti di democratici e di socialisti che avessero fede nei loro principii, nella loro missione universale, di rivoluzionari che non continuassero a baloccarsi con le formule pacifiste care ai soci delle società protettrici degli animali e con gli omaggi ipocriti e cervellotici alla teoria del non intervento.
Non intervento? E quando mai i rivoluzionari inalberarono la bandiera del non intervento? Quando mai
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