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Al momento dello scoppio lo vedremo tremare e accodarsi, come sempre, all’Inghilterra.

Rinasce, contro tutte le volontà, l’Intesa. Rinasce la Triplice. Fallisce il disarmo, fallisce la Lega delle Nazioni; saltano i Patti Kellog e Mussolini; e Locarno ritorna ad essere una città sul Lago Maggiore...

Invano nei mesi venturi le cancellerie, gli esperti, i dittatori si affanneranno per ristabilire un ordine nel vecchio continente sconvolto. A meno di eventi imprevedibili, di crolli verticali di regimi, l’inevitabile, la guerra, verrà.


Non subito. Sarà tra due anni, come si prevede in Inghilterra. Tra cinque, magari tra dieci anni, quando la Germania si riterrà sufficientemente forte per sfidare l’Europa (o, secondo vuole la psicologia hitleriano-freudiana: per resistere all’Europa che l’accerchia) e sufficientemente abile per neutralizzare il mondo anglosassone; quando la corsa agli armamenti, la minaccia reciproca, il delirio patriottico avranno avvelenato la vita e la politica di tutti i popoli così da renderli tutti egualmente responsabili della catastrofe.

Potrebbe venire anche prima, magari sotto forma di una grossa operazione di polizia internazionale, qualora il riarmamento della Germania o un’altra qualsiasi complicazione determinassero un intervento armato delle potenze firmatarie del Trattato di Versailles; portassero cioè, per usare l’espressione che leggiamo fre-


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