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con la Germania hitleriana e il fascismo italiano, per non parlare delle altre dittature europee.
Questa politica pare che si voglia giustificare nel nome di Marx.
Povero Marx.
A costo di essere fraintesi e lapidati vogliamo dire quello che tutti hanno sul cuore in Europa da quando Hitler comanda in Germania: l’illusione della pace è finita. La meccanica pacifista, ginevrina, è schiantata. La pace torna ad essere quello che fu sempre nella storia: uno stato negativo e precario, una parentesi tra due guerre, una guerra, come Clausewitz diceva, che continua sotto forme mutate.
A meno di un capovolgimento totale, la guerra viene, la guerra verrà. Verrà perché è fatale che le stesse cause abbiano a produrre gli stessi effetti, perché milioni di giovani sono allevati nel delirio a volerla, perché i fascismi, padroni di mezzo continente, vi saranno trascinati come alla prova suprema o alla risorsa estrema, perché la miseria e la fame furono sempre, come Proudhon ci ha insegnato, il più potente motivo di guerra, perché la lotta tra fascismo e antifascismo si avvia al giudizio di Dio, perché la vecchia Europa - ecco il punto - che credevamo seppellita con dieci milioni di morti sui campi di battaglia, risorge.
La Germania di Hitler, è la Germania di Guglielmo II. Quel che le manca in potenza guerresca, le sovrab-
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