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dai sicari di Mussolini, questi ammise il rovescio di Guadalajara sul Popolo d’Italia. Ora che si era preso la rivincita poteva confessare la sconfitta.

Insieme con Carlo, Mussolini fece assassinare suo fratello Nello. Quando fu preparato il delitto, Carlo era a Bagnoles de l’Orne, convalescente di una flebite dovuta agli strapazzi della guerra di Spagna. Nello era andato a trovarlo in una delle sue visite furtive che gli faceva non appena poteva uscire fuori d’Italia per i suoi studi.

Nello era anch’egli un antifascista convinto e irreducibile. Consigliato più volte dagli amici a stabilirsi fuori d’Italia, non aveva mai voluto: diceva che era necessario che qualcuno rimanesse in Italia a dare l’esempio di non cedere. Era suo dovere di farlo.

Nello aveva saputo trovare forza e conforto negli studi. Il suo soggetto preferito era la storia del Risorgimento italiano. Egli pensava che la storia, investigata e raccontata con spirito di verità, compisse in Italia azione politica sia pure a lunga scadenza, come ogni opera di educazione morale e intellettuale. La storia italiana, specialmente quella del Risorgimento, era sistematicamente falsificata dai fascisti. C’era dunque in Italia ancora del lavoro per gli spiriti liberi: salvare dall’ondata delle falsificazioni fasciste il passato, per preparare l’avvenire. Nei suoi studi, Nello cercava di risolvere la contraddizione che tormentava la sua vita, fra il desiderio di servire il suo paese e la impossibi-