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fino di scoprire una ragione teorica al fascismo, rifiutandoci ai motteggi e alle ironie delle quali si compiacque per anni la piccola opposizione, il duce del fascismo non riesce a vedere nei suoi oppositori che male copie sue e dei suoi servi, Fracassa e Stenterelli, gente di baccano e di forchetta, che corron dietro il vento e la corrente.

Volete grande il fascismo? Auguratevi una grande opposizione. Rimpicciolendo noi, rimpicciolite voi stessi.

Affermate di possedere ormai non solo la forza, ma l’entusiastico consenso delle moltitudini. Animo, dunque. Questa è l’ora, per il vecchio sovversivo, dopo quattordici anni di potere assoluto, di fornire le prove decisive.

Non è con l’amnistia che ci riavrete. La liberazione dei prigionieri è una conseguenza elementare. Chi per la nascita di una femminuccia regale spalancò alcune celle, per la fondazione dell’impero avrebbe già dovuto spalancarle tutte.

Il problema dell’emigrazione politica può essere risolto in un modo solo: col ritorno alla libertà, o almeno a una possibilità di effettiva lotta politica. Ma non siete abbastanza forte, né abbastanza coraggioso per tentarlo. Il totalitarismo fascista scaturisce da una insopprimibile necessità di difesa.

Si spalanchino le prigioni, si sgombrino le isole, si sopprima il Tribunale Speciale, si cancellino i decreti di eccezione travasati nel codice Rocco, si am-

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