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60 physiophilus.

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Per lo sollo terren menando il piede,
Avidamente empiendo il voto gozzo.
Quale da lungi ahimè! lagno improvviso
Le orecchie mi percuote, e da cotanta80
Letizia mi disvia l’alma raccolta?
Ecco traendo il lento piè, spossato
E ignaro della via t’offri al mio sguardo
Pulcin novello ed ultimo dei nati
Della madre delizia, a lei fra tutti
Più caro, che di lei smarrito in traccia
Mentre incauto t’affidi al campo aprico,
Più la madre non vedi, cui nascose
Già oltre in suo cammin siepe frondosa.
Ma non si tosto ella ode i tuoi lamenti,90
Parle veder l’immagine del nibbio,
E in aspro suon la voce più levando