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56 physiophilus.

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Ecco già riede la stagion de’ fiori,10
E all’aleggiar di zefiro le fronde
Scherzano tremolando ai rami intorno.
Deh! che turbi non sia miei dolci sonni
Col suo rauco fragor stridulo ordigno
Astretto ad indicar l’ore notturne.
Sazio l’albor mi desti per lo fesso
Del finestrin furtivo entro meando
Poichè sgombrata abbia dal ciel la notte.
Le orecchie ancor mi vegna ricreando
Degli augelli il garrir che per le folte20
Cime l’astro salutano che nasce,
Finchè i lumi guizzanti a poco a poco
Lasci il sonno, e il vigor torni alle vene.
O madre del creato alma natura,
Quanta i sensi dolcezza e il cor mi molce