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50 | lacus fucinus. |
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Ed ogni speme di salvezza spenta,
Saltan dal guado al ciel l’acqua spruzzando.
Ahi! con pietose strida su pel piano
Fan rombo, in traccia de l’antico nido
Anitre ed aghiron, folaghe e smerghi360
Desiosi del lido e del padule,
E le sorti cangiate lamentando
E la tolta per sempre amata preda,
Dove or l’industre agricoltor le zolle
Smuove e il frumento al fertil solco affida.
Ora i campi veder bello ritorna,
Ove pria la palude i legni accolse,
Del tuo favor ricolmi, o diva Cerere.
Campo non v’ha di rigogliosa gleba
Che più fertile sia, nè la convalle370
Che di linfa perenne il Peneo irriga