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30 | lacus fucinus. |
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Sovra il mondo suggetto omai posava30
Roma queta lo sguardo, ed efferata
Più non volgeva in sè l’empia sua destra,
Chè di Giano le porte con ferrate
Spranghe eran chiuse. Anco di Roma i padri
Con miglior senno rivolgean la mente
De’ campi a la coltura e sottoposte
Al proprio scettro a prosperar le genti;
Allor che leggi a l’universo domo
Claudio dettava, che dal Divo Giulio
Quarto prence scendea, desio d’imprese40
In mente benchè debil gli tenzona,
Che illustre e conto ne perpetui il nome.
I falliti disegni e i vani voti
Di Cesar ode e le dolenti note
D’Augusto al tempo ed il pregar de’ Marsi:
Da pungente desio spinto di lodi,