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Per sulfureo colore, a quel simile
Che a l’appressar del sol veste l’aurora,
Quando dal letto di Titone uscita
In rance muta le vermiglie gote.
Questi ha gran pregio, e di siffatto sangue
Concetti i figli delle piume il vanto
E il cor del padre avran. Che se il bel collo,
Benchè cerulo il corpo, abbia d’aurato70
Monile adorno, o se fulve le membra
Verdi abbia l’ale e il capo, io rigettarlo
Non oserò, sol che di vivo solfo
Il corpo in tutto il resto si colori.
Mai non di manco per le patrie selve
Augelli sparti di sì vaghe tinte
Non vide svollazzar l’abitatore
Dell’Oceàno. Il gilbo, a cui piuttosto
Fosche son l’ali e il tergo, e semiverde
Il petto e i fianchi, in ogni terra aleggia.80