Pagina:Rosa Luxemburg - Lo sciopero generale il partito e i sindacati.djvu/56


— 56 —

vegliato al suo sviluppo e gli ha dato e gli dà ancora i dirigenti ed i militanti più attivi dei Sindacati.

2. I Sindacati sono ancora un prodotto della democrazia socialista, nel senso che la teoria socialista costituisce l’anima della pratica sindacale; i Sindacati devono all’idea della lotta di classe la loro superiorità su tutte l’altre organizzazioni sindacali borghesi e confessionali; i loro successi materiali, la loro potenza, sono il risultato del fatto che la loro pratica è illuminata dalla teoria del socialismo scientifico ed elevata così al di sopra delle meschinerie di un gretto empirismo. La forza della «politica — pratica» dei Sindacati risiede nella loro intelligenza delle cause profonde sociali ed economiche del regime capitalista; ora, questa intelligenza non la devono altro che alla teoria del socialismo scientifico, sulla quale si basano nella loro pratica. In tal senso, il tentativo di emancipare i Sindacati dalla teoria socialista, cercando un’altra «teoria sindacalista» in opposizione al socialismo, è, dal punto di vista degli stessi Sindacati e del loro avvenire, un vero tentativo di suicidio. Separare la pratica sindacale dal socialismo scientifico, sarebbe per i Sindacati un perdere immediatamente tutta la loro superiorità su tutti gli altri Sindacati borghesi e cadere, dall’altezza cui sono adesso giunti, al livello dei brancolamenti ciechi e di un basso empirismo.

3. I Sindacati sono anche direttamente, nella loro forza numerica, un prodotto del movimento socialista e della propaganda socialista, per quanto i loro dirigenti poco a poco ne abbiano perduta la coscienza. Certamente, in più di un paese, l’agitazione sindacale ha preceduto e precede l’agitazione socialista e, dappertutto, il lavoro dei Sindacati spiana la via al lavoro del Partito. Dal punto di vista della loro azione, Partito e Sindacati si aiutano reciprocamente. Ma quando si considera il quadro che in Germania presenta la lotta di classe nel suo insieme e nelle sue cause profonde, questo rapporto si modifica in modo sensibile.

Dall’alta cima del loro milione e mezzo di organizzati, molti capi sindacalisti si compiacciono di gettare non senza un’aria di trionfo, uno sguardo ironico sul povero mezzo milione di soci del Partito, e di ricordare il tempo, dieci o quindici anni addietro, che nelle file del Partito si era molto pessimisti sullo sviluppo del movimento sindacale. Non rilevano però che fra questi due fatti: la cifra superiore dei Sindacati e la cifra inferiore dei socialisti organizzati, vi è un rapporto da causa ad effetto, ed un rapporto diretto. Migliaia e migliaia di operai non