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rovieri, gli schiavi delle poste, cominceranno a conquistare il loro diritto di coalizione, e le peggiori forme di sfruttamento dovranno essere soppresse; e dall’altro lato il fine politico di questo periodo sarebbe la conquista proletaria del potere politico. Da una parte, lotte economiche e sindacali per gl’interessi immediati, per il miglioramento materiale della classe operaia; dall’altra parte, il fine estremo del socialismo!

Certamente, vi sono in questo flagranti contraddizioni; non del nostro ragionamento, ma dell’evoluzione capitalista. Essa non segue una bella linea dritta; procede a salti, in bruschi zig-zag. Come i diversi paesi capitalisti rappresentano. gli stadi più diversi dell’evoluzione, così, nell’interno di ciascun paese, si hanno i diversi strati di una stessa classe operaia.

Ma la storia non attende con pazienza che i paesi e le categorie più arretrati abbiano raggiunto i più avanzati affinché tutti possano mettersi in moto simmetricamente, in colonna serrata. Essa conduce ad esplosioni sui punti più avanzati dell’avanguardia, ed è appunto nella tempesta del periodo rivoluzionario, che in pochi giorni sono compensati i ritardi, corrette le ineguaglianze e tutto di un colpo intrapreso il cammino sociale.

Nella Rivoluzione russa, tutti i gradi di sviluppo e d’interesse delle diverse categorie d’operai si riuniscono nel programma socialista della Rivoluzione ed il numero infinito di lotte parziali nella grande azione comune di classe; egualmente avverrà in Germania, quando le circostanze vi sì presteranno. La democrazia socialista avrà il dovere allora di regolare la sua tattica non sulle fasi più arretrate. ma su quelle più avanzate dell’evoluzione.