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da un'abolizione del suffragio universale non potrebbe restringersi ad una lotta per questo solo diritto di suffragio. In uno spazio di tempo più o meno lungo, questo colpo di Stato provocherebbe fatalmente una grande liquidazione politica generale, fra la reazione e le grandi masse: liquidazione dei tanti conti — rincaro del pane, rincaro artificioso della carne, salassi del militarismo e del navalismo senza limiti, corruzione prodotta dalla politica coloniale, paralisi delle «riforme sociali», privazione dei diritti ai ferrovieri ed ai contadini, giustizia di classe, brutalità delle serrate — aperti durante l’oppressione delle forze coalizzate degli agrari e del grande capitale industriale.

Ora, quando la ruota sia in movimento, non si può più arrestare, lo voglia o no la social-democrazia. Gli avversari dello sciopero generale sono usi a respingere gl’insegnamenti e gli esempi della Rivoluzione russa, come non applicabili alla Germania e si giustificano col dire che in Russia è occorso fare anzitutto il grande salto da un dispotismo orientale ad un ordine legale borghese. La differenza di forma esistente tra il vecchio ed il nuovo regime politico è ritenuto sufficiente a spiegare la veemenza e la violenza della rivoluzione in Russia. In Germania, noi possediamo già da lungo tempo le forme e le garanzie necessarie dello Stato legale; impossibile dunque, si dice, uno scatenamento così elementare dei conflitti sociali.

Coloro, i quali si dànno a queste speculazioni, dimenticano che in Germania, una volta che si giunga all’esplosione di lotte politiche dichiarate, il fine storicamente determinato ne sarà giustamente tutt’altro che quello di oggi in Russia. Appunto perchè l’ordine legale borghese esiste già da lungo tempo in Germania; ed la avuto il tempo di consumarsi e di giungere alla sua decadenza, precisamente perchè la democrazia borghese ed il liberalismo hanno avuto il tempo di compiere il loro ciclo, non vi può essere più quistione in Germania di una Rivoluzione borghese. E per conseguenza, in un periodo di lotte politiche aperte in Germania non vi può essere che un ultimo fine storicamente necessario: la dittatura del proletariato.

Ora, la distanza che separa questo fine dallo stato attuale in Germania. è più considerevole di quella che separa l’ordine legale borghese dal dispotismo orientale, e quindi non vi si può giungere d’un colpo, ma durante un lungo periodo di lotte sociali gigantesche.

Non v’è una contraddizione flagrante in queste nostre prospettive? Da un lato, si dice che in un eventuale periodo di azione politica di masse le categorie più ritardatarie del proletariato tedesco, gli operai agricoli, i fer-