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letariato russo non per ottenere parziali riforme nei rapporti fra proprietà e lavoro e nella forma politica del regime capitalista, ma per il fine supremo della realizzazione socialista, per la trasformazione sostanziale del regime, per l’abolizione della proprietà privata, per la sovranità del Lavoro. La storia dello sciopero generale in Russia non è soltanto la storia della Rivoluzione russa, ma ne mette in rilievo il carattere essenzialmente classista, e soltanto conoscendo la storia dello sciopero generale in Russia si può comprendere come la Rivoluzione del marzo 1917 non potesse arrestarsi alla fase riformista del governo Kerensky, ma dovesse culminare ineluttabilmente nel movimento risolutivo del novembre 1917 e nella instaurazione del regime massimalista. La Rivoluzione russa del marzo 1917 non è stata un gesto di protesta contro la guerra, nè ha avuto menomamente il limitato scopo di abbattere l’autocrazia per sostituirvi un regime democratico, ma fu un più decisivo episodio della lotta latente contro la struttura economica-politica della società russa. Le circostanze speciali della guerra ne facilitarono lo scoppio: non lo determinarono. E neppure la trasformazione del regime czarista da autocrate a costituzionale o parlamentare lo avrebbe arrestato od impedito, come a trattenerlo fu vano lo sforzo del governo riformista del Kerensky.

Certuni critici, i quali pur tengono a dirsi «marzisti convinti", hanno preteso porre in dubbio la capacità realizzatrice del regime massimalista a causa della «immaturità delle condizioni storiche". Secondo essi, la Russia non è matura per una Rivoluzione socialista! Appartengono a quella categoria di teologhi del marxismo, che fin dal 1907, Rosa Luxemburg metteva tanto spiritosamente in burletta. Ignorano o dimenticano la maturità rivoluzionaria del proletariato russo, acquistata con venti anni di lotta classista e tipicamente rivoluzionaria nelle forme dello sciopero generale. Se non si brucia una casa per accendere una sigaretta, neppure si conduce una ventennale lotta classista e rivoluzionaria per metter capo ad una repubblica borghese, che dia al capitalismo maggiori possibilità di dominio ed al proletariato lo scherno di una libertà politica fittizia, che un Decreto governativo può togliere o limitare dall’oggi al domani, e lo lasci nella soggezione economica di prima.

Con intuizione profonda, Rosa Luxemburg, la quale non è una marzista ciecamente «convinta", ma una marxista ragionante, fin dal 1907 poneva in luce il carattere schiettamente massimalista del movimento proletario russo e delle sue finalità immediate. La Rivoluzione russa, dal novembre del 1917, sta realizzando i «risultati pratici",