Pagina:Rosa Luxemburg - Lo sciopero generale il partito e i sindacati.djvu/48


— 48 —

nerali devono doventare potenti e decisivi. La forma una volta principale delle rivoluzioni borghesi: la battaglia delle barricate, il conflitto aperto con la forza armata dello Stato, non è nella Rivoluzione d’oggi che un punto culminante, che un momento, in tutto lo svolgersi della lotta proletaria generale.

Così, nella forma nuova della Rivoluzione, si realizzano quella «civilizzazione» e quell’«addolcimento» della lotta di classe, che avevano profetizzato gli opportunisti della social-democrazia, i David ed i Bernstein. Gli è che essi, perseguendo le illusioni democratiche della piccola borghesia, vedevano l’addolcimento e la civilizzazione della lotta di classe nella esclusiva limitazione di questa lotta ad una battaglia parlamentare e nella soppressione pura e semplice della battaglia per le vie.

La storia ha trovato invece la soluzione nello sciopero generale, che non sostituisce nè rende superflua la battaglia per le vie, ma la riduce ad un momento di un lungo periodo di lotte politiche e collega nello stesso tempo al periodo rivoluzionario un’opera enorme di civilizzazione, nel senso più esatto della parola: la rinascenza materiale ed intellettuale di tutta la classe operaia, col «civilizzare» le forme barbare dello sfruttamento capitalista.

Lo sciopero generale risulta così non un prodotto specificatamente russo, ma una forma generale della lotta di classe proletaria, nata dal grado attuale dell’evoluzione capitalista e dai rapporti fra le classi. Le tre rivoluzioni borghesi: la grande rivoluzione francese, la rivoluzione del 1848 in Germania e la Rivoluzione russa del 1905, costituiscono, in base a questo concetto, una catena di evoluzione, esprimente la grandezza e la decadenza del secolo capitalista.

Nella grande Rivoluzione francese, i conflitti interni della società borghese, ancora non sviluppati, lascian posto ad un lungo periodo di lotte violente, durante il quale tutte le opposizioni, presto sorte e maturate al calore della Rivoluzione, si scatenano senza impacci nè ostacoli, senza attenuazioni nè riserve.

Un mezzo secolo dopo, la Rivoluzione della borghesia tedesca, scoppiando a mezza strada dell’evoluzione capitalista, si dibatte già nell’opposizione d’interessi fra il capitale ed il lavoro, è soffocata in un compromesso tra feudalismo e borghesia, stroncata in un episodio breve, pietoso.

Un mezzo secolo ancora, e la Rivoluzione russa avviene sopra un punto del cammino della storia già situato sull’altro versante della montagna, al di là dell’apogeo