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come movimento di una minoranza organizzata. Ogni vera grande lotta di classe deve basarsi sull’appoggio e sulla collaborazione delle masse più estese, ed una strategia della lotta di classe che non contasse su questa collaborazione, ma fosse limitata alle marcie ben eseguite della piccola parte di proletariato iscritto, sarebbe in precedenza condannata ad un pietoso fiasco.
È dunque impossibile che gli scioperi, le lotte politiche di massa, possano essere intraprese dai soli organizzati e che vi si possa contare sopra una «direzione regolare» emanante da un organismo centrale del partito. Ma in questo caso si tratta meno — appunto come in Russia — di «disciplina», di «educazione» e di una previsione accurata dei concorsi e delle spese, che di un’azione di classe veramente rivoluzionaria, risoluta, in grado di guadagnare e di trascinare quelle masse proletarie che pur non essendo organizzate sono rese rivoluzionarie dalle loro condizioni e dalla conseguente disposizione mentale.
L’apprezzamento esagerato o falso del compito dell’organizzazione nella lotta di classe proletaria si completa di solito con il deprezzamento della massa proletaria non organizzata e della sua maturità politica. Ma è invece in periodo rivoluzionario, nella tempesta delle grandi lotte di classe, con la loro agitazione, e soltanto allora, che si manifesta tutta l’azione educatrice che esercitano la rapida evoluzione capitalista e le influenze socialiste sulla classe operaia; azione, di cui le liste delle organizzazioni e le stesse statistiche elettorali non dànno, in tempi normali, che una idea molto debole.
Noi abbiamo veduto come in Russia il più piccolo conflitto parziale tra operai e padroni, la minima brutalità degli organi governativi locali potesse immediatamente suscitare una grande azione generale del proletariato. E ciò che cosa significa? Significa che il sentimento di classe, l’istinto di classe, è talmente vivo nel proletariato russo, che anche una piccola quistione, riguardante un piccolo gruppo di operai, è sentita da esso di primo colpo come una quistione generale, come una quistione di classe. In Germania, in Austria, in Italia, i più violenti conflitti sindacali non provocano alcuna azione generale della classe operaia, neppure di quella parte ch’è organizzata, mentre in Russia la più piccola occasione scatena una bufera. E ciò vuol dire soltanto una cosa: e cioè che adesso l’istinto di classe — per quanto paradossale possa sembrare — nel proletariato russo, giovane, senza educazione, debolmente illuminato e più debolmente organizzato, è infinitamente più forte che nella classe operaia organizzata, educata ed