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letariato straccione, rovesciandosi dalla città nelle campagne e bussando persino alle porte delle Caserme.
Immenso quadro variopinto, riflettente tutta la complessità dell’organismo sociale, della coscienza politica di ciascuna categoria e di ciascuna regione; tutta la lunga scala che va dalla lotta sindacale regolare allo scoppio della protesta amorfa di un pugno di proletari agricoli ed alla prima ribellione confusa di una guarnigione militare eccitata; dalla rivolta elegante e ben educata in polsini e colletti negli uffici di una banca ai movimenti misti di audacia e di esitazione di una riunione segreta di poliziotti, in una Caserma affumicata e sporca.
Secondo la teoria degli amatori di lotte «regolate e disciplinate» secondo un piano ed uno schema, e specialmente di coloro, i quali vogliono sapere sempre esattamente, da lontano, come «si sarebbe dovuto fare», la dispersione di una grande azione di sciopero generale politico in una infinità di lotta economiche, fu probabilmente un «grosso errore» che «paralizzava» quell’azione e la cambiava in un «fuoco di paglia». Persino il Partito socialdemocratico di Russia, il quale è attore e non «autore» della rivoluzione e deve apprendere le leggi solamente durante il suo corso, per qualche tempo si trovò disorientato per il riflusso, in apparenza sterile, della prima marea di sciopero generale.
Ma la storia, che aveva commesso quel «grosso errore», preservava così, senza curarsi dei ragionamenti di coloro, i quali si erigevano a maestri di scuola senza averne l’incarico, un lavoro gigantesco di Rivoluzione, tanto inevitabile, quanto incalcolabile nelle conseguenze.
L’improvviso sollevamento generale del proletariato in gennaio, sotto il forte impulso degli avvenimenti di Pietrogrado era un atto politico di dichiarazione di guerra rivoluzionaria contro l’assolutismo. Ma questa prima azione generale e diretta di classe non ebbe che una prepotente ripercussione all’interno, suscitando per la prima volta, come con una scossa elettrica, il sentimento di classe e la coscienza di classe in milioni e milioni di uomini.
E questo risveglio del sentimento di classe risulta immediatamente dal fatto che una massa proletaria ebbe di un solo colpo coscienza del carattere insopportabile della esistenza sociale ed economica, ch’essa da tanto tempo subiva sotto le catene dei capitalisti. Allora sorge spontaneo un movimento generale per scuotere e spezzare quelle catene. Sotto mille forme, le sofferenze del proletariato moderno rinnovano il ricordo delle vecchie piaghe sempre sanguinanti. Qui, si lotta per la giornata delle otto ore, là