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ratori di Niyni-Novgorod, di Saratov, d’altre città e quindi un impulso potente per il fiotto generale del movimento rivoluzionario.

Nel novembre 1902 ebbe poi la sua vera ripercussione rivoluzionaria nello sciopero generale di Rostov, sul Don. L’occasione di questo movimento fu un conflitto per i salari, sorto nelle officine ferroviarie di Vladicaucaso. L’amministrazione voleva ridurre i salari; il Comitato socialista del Don lanciò un manifesto invitando allo sciopero generale per le seguenti rivendicazioni: giornata di 9 ore, aumento dei salari, abolizione delle punizioni, licenziamento di taluni ingegneri, ecc. Tutti gli operai delle officine si posero in isciopero. Tutte le altre categorie si unirono ad essi e d’un tratto s’ebbe a Rostov una situazione senza esempio; sospeso ogni lavoro industriale, comizi di 15 a 20.000 operai tenuti in piazza, spesso circondati da un cordone di cosacchi, oratori socialisti v’intervengono per la prima volta e pronunziano discorsi ardenti sul socialismo e sulla libertà politica, accolti con entusiasmo; appelli rivoluzionari sono diffusi a migliaia di copie.

In mezzo alla Russia assopita nell’assolutismo, il proletariato di Rostov conquistò per la prima volta il suo diritto di riunione, la sua libertà di parola. Certamente, anche qui, non senza vittime. In pochi giorni, il conflitto sorto per i salari nelle officine ferroviarie assunse le proporzioni di uno sciopero generale politico nelle strade. Come conseguenza, seguì subito un altro sciopero generale alla stazione di Tichoretzkaïa, sulla stessa linea.

Là ancora finì con una repressione violenta, con un processo, e Tichoretzkaïa prese il suo posto nella ininterrotta catena dei movimenti rivoluzionari.

La primavera del 1903, dà la risposta agli scioperi vinti di Rostov e di Tichoretzkaïa; nel maggio, giugno, luglio, tutto il mezzogiorno della Russia è in fuoco. Baku, Tiflis, Batum, Elisavetgrad, Odessa, Kiew, Nicolaiew, Ekaterinoslav, sono in sciopero. Ma anche allora, il movimento non parte da un centro secondo un piano concepito in precedenza; affluisce da punti diversi, per motivi diversi ed ognuno sotto forme differenti. Baku apre la marcia: parecchi scioperi parziali per questioni di salario in diverse officine finiscono di riunirsi in uno sciopero generale.

Questo il grandioso sciopero generale del Mezzogiorno della Russia nel 1903; da mille piccoli canali di lotte economiche parziali e da piccoli incidenti «fortuiti» si formò rapidamente un vasto mare, cambiando per qualche settimana tutto il Mezzogiorno in una bizzarra repubblica operaia rivoluzionaria.