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colo. Naturalmente, si ebbero le persecuzioni più brutali, un migliaio di operai furono arrestati e rimandati ai loro paesi, lo Sciopero generale fu schiacciato.
Noi troviamo già in questo fatto tutte le caratteristiche dello sciopero generale successivo: l’occasione immediata dei movimento fu assolutamente fortuita e persino accessoria, lo scoppio fu spontaneo. Ma nella realizzazione del movimento apparvero i frutti dell’agitazione condotta durante parecchi anni dalla democrazia socialista: nel caso dello sciopero generale, i propagandisti socialisti furono alla testa del movimento, lo diressero e l’utilizzarono per una viva agitazione rivoluzionaria. Inoltre, lo sciopero fu esteriormente una semplice lotta per i salari, ma d’atteggiamento del Governo e l’agitazione della Socialdemocrazia ne fecero un avvenimento politico di speciale importanza. Infine, lo sciopero tu schiacciato, gli operai subirono una «sconfitta».
Nondimeno, nel mese di gennaio dell’anno successivo (1897), gli operai tessili di Pietrogrado rinnovarono lo sciopero generale ed ottennero questa volta una vittoria clamorosa; l’introduzione della giornata di 11 ore e mezzo in tutta la Russia. E, risultato ancor più grande: in seguito al primo sciopero generale del 1896, proclamato senza l’ombra d’organizzazione, nè di fondi di resistenza, comincia nella Russia una lotta sindacale intensiva, che ben presto da Pietrogrado s’estende al resto del paese, aprendo all’agitazione ed all’organizzazione della socialdemocrazia nuovi orizzonti e con ciò preparando, nell’apparente silenzio sepolcrale del periodo successivo, con un lavoro invisibile di talpa, la Rivoluzione proletaria.
Lo scoppio dello sciopero del Caucaso, nel marzo 1902, fu in apparenza altrettanto fortuito e causato da parziali circostanze puramente economiche, per quanto differenti da quelle del 1896. Esso si riallaccia all’aspra crisi industirale e commerciale, che precorse in Russia la guerra russo-giapponese, ed insieme con essa fu il fattore più potente del fermento rivoluzionario. La crisi produsse una enorme disoccupazione, facilitando l’agitazione nella massa proletaria.
Con l’intento di calmare la classe operaia, il Governo fece trasportare a tappe, nei loro paesi di origine, le «braccia superflue». Un simile provvedimento provocò a Batum una protesta in massa, che condusse a dimostrazioni, ad arresti, ad un massacro ed infine ad un processo, politico, nel quale l’episodio puramente economico e parziale assunse d’un colpo l’aspetto di un avvenimento politico e rivoluzionario. L’eco di questo sciopero condotto e finito «senza risultato» fu una serie di dimostrazioni in massa dei lavo-