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60 | la roma sotterranea cristiana |
IV.
Il cimitero di Generosa.
Non sarà nuovo al lettore, nè il venerando cimitero nè la fortunata scoperta che ne venne fatta dieci anni or fa, se abbia tenuto dietro alla pubblicazione dell’aureo Bullettino d’arch. Cristiana del ch. Autore. Dal momento infatti che tornò alla luce l’ignorato Cimitero, ei fu sollecito raccoglierne i monumenti e le memorie, e nel suo dotto Periodico offrirne a’ lettori una succinta istoria. Istoria che qui riprende, e, ora che ha potuto tutto il Cimitero esplorare, con più larga trattazione esaurisce e completa.
L’unico monumento che sino a oggi si conosceva del cimitero di Generosa (cap. I), era quella già divulgata iscrizione, che ricorda i martiri Simplicio, Faustino e Beatrice, leggendovisi: qui positi sunt in cimiterium generoses super filippi. Cotesta iscrizione però non basta a rintracciare il vero sito del cimitero di Generosa; perlochè il posto preciso del praedium Philippi veniva indicato variamente dagli antichi topografi. Oggi però, il fatto e la scoperta del cimitero hanno tolto ogni dubbio.
Sul fianco del monte, detto oggi delle Piche, là ove prospetta sul Tevere, e al quinto miglio dalla via Campana (presso l’antica Portuense) avvenne la felice scoperta. Egli ragionando della topografica postura del cimitero, tocca del luco e del tempio della dea Dia; sacro, l’uno e l’altro, per i fratelli Arvali; e ne dimostra qui l’esistenza, come già avea divinato contro l’opinione del dotto Marini ed altri eruditi archeologi, i quali cercavano il bosco degli Arvali sull’opposta riva del Tevere, e lungo la via Ostiense.
Ciò premesso, si fa da esplorare ed esaminare (cap. II) le prime rovine che gli si presentano di una piccola basilichetta. Ne descrive minutamente l’emiciclo, la conca, le pareti dell’abside, le due navi che fiancheggiavano la maggiore, e quanti altri mai frammenti e avanzi di colonne e di capitelli, e di epigrafi proprie del venerando luogo: dai quali monumenti tanta luce glie ne viene, che non gli resta difficile stabilire della basilichetta l’epoca di fondazione, all’anno cioè 382, in circa, dell’Era cristiana, sedente Damaso sulla cattedra pontificale.
Di tutti i monumentali avanzi peraltro della basilichetta, preziosissimo è il frammento, che trovò confuso con altri tra le rovine, dell’epistilio marmoreo, che con la sua iscrizione dedicatoria do-