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e notte, la veneranda tomba de’ martiri. E l’origine di coteste caste monacali, se non ai primissimi tempi delle persecuzioni, risale almeno molto alto; chè abbiamo già fino dal secolo IV ricordati gli asceterii ancillarum Dei.

Ma cotesti monasteri non si devono confondere con le mansionarie, siccome neppure il monaco col mansionario: altra era infatti la natura e l’ufficio dei mansionarii. Costituivano questi un collegio o schola nelle maggiori basiliche, e risedevano presso le chiese in abitazioni speciali dette perciò Mansionariae. Lo scopo loro era aver cura della confessione, o sepolcro del martire, e non punto l’incarico della salmodìa od ufficiatura dell’ipogeo. Laonde sbagliò, come prova l’Autore con nuovi documenti, il Marini, pensando aver avuto origine dai mansionarii l’istituzione dei collegii canonicali delle basiliche. Piuttosto è a dire che i mansionarii provennero dai cubicularii del secolo quinto e dai custodes martyrum ed ostiorii, dei secoli più antichi del quinto, i quali avevano cura (e l’antica cimiteriale epigrafia ce ne fa testimonianza) delle tombe de’ martiri, e la custodia dei sepolcrali cubicoli. Ma qualunque voglia essere l’analogia di questi con quelli, certo è però che i custodi delle Confessioni dei martiri furono creati fino dai primi tempi della pace Costantiniana; e il cubicularius divenne, col crescere della frequenza ai sepolcri de’ martiri, un grado di onore nella ecclesiastica gerarchia.

E poichè siamo entrati a parlare dei gradi della gerarchia ecclesiastica ve n’era un altro quello, cioè (cap. XIX) dei fossores o copiatae κοπιάται)laborantes); i quali avevano l’incarico di scavare le sotterranee gallerie e sepolcri dei cimiteri cristiani. Chi dubitasse di loro esistenza, basta anche solo che getti uno sguardo sulle interne pareti di cotesti sotterranei cimiteri, e ne avrà una irrefragabile testimonianza in quelle vetuste dipinture che rappresentano il fossore, o tutto intento al lavorìo dello scavare, o in atto di riposo col suo piccone appoggiato alla spalla. Se non che, fossore e copiata non vale lo stesso, all’acuta mente del ch.mo de Rossi. Egli ha osservato che fossor significa qualunque lavoratore o scavatore di terra; e però comune anche ai pagani, il copiata invece fu appellativo dedotto dal greco, adoperato a significare gli scavatori dei sepolcreti cristiani nelle chiese di lingua latina, circa il sec. IV. Nei secoli più antichi gli scavatori dei cimiteri cristiani si chiamarono fossores, e costituivano un ceto speciale; del quale non v’è traccia presso i pagani.

Il corpo dei fossori o copiate fu poi istituzione, non dei tempi del magno Costantino o di Costanzo, come ad alcuni è piaciuto affer-