Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
la roma sotterranea cristiana | 33 |
origine, perocchè non è da misurarsi con la sotterranea Callistiana necropoli dopo il successivo suo svolgimento dal III secolo in poi.
Il prof. Michele Stefano, degno fratello del nostro Autore, già espose nella eruditissima sua Appendice architettonica al I tomo dell’opera, come una legge in Roma determinava la quantità della superficie di suolo, che consacrar si volea all’umazione de’ cadaveri, per la ragione che poi rimaner dovea per sempre luogo sacer, religiosus e inalienabile. I cristiani pertanto, che in questo non erano fuori del giure comune, non è a dire se di cotesta legge facessero loro pro, a rendersi stabile la proprietà di que’ luoghi, ove deponevano i loro cari, sovente passati per il martirio da questa alla eterna vita. Epperò, non appena acquistavano territorio, che tosto ne costatavano legalmente la superficie, per via di geometrica misurazione e di cippi terminali. Sembrerebbe peraltro a ciò contradire il fatto, rispetto ai cristiani; perocchè, mentre nelle epigrafi cimiteriali pagane è sempre espresso quanto in agro e in fronte si estendeva il terreno sacro al defunto; nelle cristiane, mai, o quasi mai ciò è ricordato. Se non che l’erudito Commendatore spiega cotesta omissione sopra gli epitaffi cristiani, da che l’area cimiteriale cristiana era di comune proprietà del corpo della Chiesa; e in fatti nelle iscrizioni dei sepolcreti sopra terra spesso è ricordato con la frase, ecclesia fratrum, cuncta fraternitas ec. Nè è punto improbabile che con cippi terminali segnassero eziandio i confini della loro comune area sepolcrale: e il figere tumulometas è scritto in lapide cristiana di Palestrina: e cotesta formola è dall’A., dichiarata con acconcie testimonianze di antichi scrittori cristiani. Che se di cippi terminali non n’è stato trovato pur uno nella vasta area Callistiana, non bisogna dimenticare i tanti sconvolgimenti subìti dal classico Cimitero, sia per le furiose invasioni pagane e poi barbare, sia per le confische imperiali. Oltrechè il muro di cinta dell’area, teneva luogo di termine; e l’area muro cincta non abbisognava di ceppi terminali.
Provato adunque in teoria ed in fatto il confine e perimetro del Cimitero di s. Callisto, sovrapposto all’omonima sotterranea necropoli; e detto dell’uso di seppellire i cadaveri in faccia all’Oriente (che si diceva orientare): uso ch’ei trova costante nei sepolcri sopraterra (tranne quelli che si aggruppavano intorno alle Basiliche), ma vario e incostante nelle sotterranee regioni per la tortuosità e intreccio delle gallerie; ci descrive minutamente (cap III) il sepolcro cristiano a fior di terra: la sua costruzione a mattoni e tufi cementati a calcina, finendo superiormente a tetto di capanna con due