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la roma sotterranea cristiana | 27 |
de tripartita zona della R. S. che l’A. ha preso in questo tomo ad illustrare, vedrà una regione quasi triangolare, limitata, ad oriente dalla via Appia, a tramontana, dalle cripte di Lucina, e a mezzogiorno dalle aree prima e seconda, del propriamente detto Cimitero di Callisto. È tutta cospersa di gallerie; ed un’area quadrata forma come il centro o nucleo della triangolare zona, dal quale partono varie gallerie, che con i loro laberintici intrecci si allargano e si moltiplicano sopra il resto della trilatera regione, inoltrandosi poi co’ loro prolungamenti nell'Arenaria d’Ippolito e nella Liberiana regione. Ond’è che l’Autore dà a questa il nome di Regione laberintea.
L’esplorazione dell’illustre Archeologo principia, com’è naturale, dal nucleo quadrato (cap. XIX) e dalle molteplici vie, che d’ivi si partono, per far giudizio dell’epoca, più o meno antica, di questa regione Callistiana, non stata fin ora completamente esplorata. Interroga frattanto le forme architettoniche e i monumenti epigrafici che vi ritrova, e con singolare lucidezza di esposizione dei fatti e dei raffronti, per se stessi ardui ed oscuri, ci svela la sua contemporaneità con l’Area prima Callistiana non pure del nucleo, ma e della maggior parte delle vie che da quello si diramano entro il quadrato perimetro; cioè, esser opera del secolo II cadente e del terzo.
Tra i monumenti ivi dissepolti, e che gli furono di lume non scarso a rintracciare la storia e l’epoca di questa Labirintea regione, è singolare un vaso di vetro, colorato in azzurro, ictioforo, ornato cioè di vari pesci e conchiglie a rilievo. E a questo singolare cimelio consacra intiero un Capitolo di profonda illustrazione (cap. XX} che riflette sull’arte pseudo-diatretaria, fiorita in Roma e sul Reno tra il secolo terzo ed il principiare del quarto.
Dichiarato così ed illustrato il piano secondo della Liberiana necropoli, riprende il filo della trattazione del secondo e del terzo, che lasciò in tronco, per seguitare lo svolgimento del secondo più intrinseco e proprio alla regione che illustrava. E dal terzo esordisce (cap. XXI) per completarne l’illustrazione già principiata quando trattò di quella sua parte che al cimitero Soteriano e all’Arenaria d’Ippolito s’attiene. Quindi lo prende a descrivere topograficamente da quel punto, ove oltrepassa i limiti delle due dette regioni, e nella zona triangolare e Liberiana si prolunga. In quanto poi al frutto delle sue esplorazioni, non fu certo condegno alle cure e alle fatiche adoperatevi. Di guisa che gli sconvolti sepolcri e minati, le epigrafi qua e là sbalestrate, o infrante, e confuse con altre da vari punti dei piano superiore precipitatevi ne cuoprono d’impenetrabile velo la