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26 | la roma sotterranea cristiana |
bitare (lo dirò con le parole istesse dell’A.) se il cimitero di S. Callisto sia quello, cui ho restituito il nome glorioso, confermatogli dalla scoperta dei sepolcri papali, e di tanti altri storici documenti. Ma se il dubbio fosse possibile, ecco una epigrafe antica, che c’insegna e testifica il nome della necropoli, il cui labirinto a parte a parte descrivo» (p. 260). Non dissimula peraltro che la compra di un arcosolio in questa regione presso la tomba di S. Caio (ad domnum Gaium) potrebbe comparire un anacronismo. L’illustre e santo Pontefice mori a’ 22 di Aprile dell’an. 296: come può dirsi sepolto nella regione Liberiana, non aperta prima del secolo IV? Presentì, ripeto, l’obiezione: ed eccolo a scioglierla. Il venerato Avello subì (ed i martirologii lo accennano) un triplice traslocamento, l’ultimo dei quali fu in questa regione, in questa cripta ove la preziosa epigrafe si rinvenne. Ond’è che la pietosa Giovina potè benissimo comperarsi un Arcosolio, per l’ultimo suo riposo, presso il sepolcro del venerando Pontefice.
Non dirò poi dei dottissimi commenti e della peregrina erudizione epigrafica, onde interpetra, illustra ed ordina (cap. XV) il gruppo delle iscrizioni da lui rinvenute nella Liberiana regione: oltreché eccederei i limiti che mi sono prefissi, temerei di offuscarne più presto, con la mia penna, il vero e singoiar merito. Noterò solamente come dal simbolismo cristiano, rappresentatovi nelle sue fasi, e dalle date consolari di cinque epigrafi fortunatamente rinvenutevi, riesce a stabilire (cap. VI), l’epoca precisa dello svolgimento di questa regione sotterranea tra gli anni 362 e 376.
Dalla esplorata regione Liberiana s’inoltra l’egregio Autore nelle gallerie intermedie tra questa e l’Arenaria già discorsa. Le quali gallerie, mentre segnano i confini tra le due nominate regioni, ei trova che sono ad un tempo congiungimento dell’una con l’altra. Insiste (cap. XVII) su’ caratteri, e cronologici e topografici, che ognuna presenta; e ci mostra quasi a dito il vero limite che le distingue. Le immense cure però e le penose indagini dell’A. non ebbero tuttavia nella esplorazione di queste, adequato premio; perocché, com’ei lamenta, povera cosa sono le iscrizioni e le memorie, che vi potè raggranellare. Nondimeno tutte rende scrupolosamente di pubblica ragione, ed illustrate.
Se a questo punto del Volume che andiamo discorrendo (cap. XVIII), il lettore dà un’occhiata alla Carta topografica1 generale della gran-
- ↑ V. Tav. XLII-V.