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18 | la roma sotterranea cristiana |
so gioiello la lapide originale greca che cuopriva la veneranda tomba del santo pontefice Caio. Avea già dimostrato l’esimio A. nel tomo II come il santo predecessore di Marcellino papa fosse stato deposto nel Cimiterio di s. Callisto il 22 aprile dell’anno 296; ma del suo sepolcrale epitaffio nella cripta di s. Eusebio non volle parlare; perocché i pochissimi frammenti che allora aveva alle mani non lo assicuravano a dirne nulla di certo. Oggi però che tra cotesta farragine di ammassate macerie potè altri frammenti rinvenirne, giunge felicemente a ricomporre l’originale epitaffio, e nel cap. XXII lo riporta ed illustra a complemento di quanto ragionò nel precedente tomo intorno agli epitaffi papali. E qui è, per me, ove la sterminata erudizione e dottrina del preclaro Autore si manifesta nel suo più bello splendore. In coteste preziose pagine ti si rivela in tutta la sua realtà lo sviluppo successivo della vita politica ed artistica del Cristianesimo per i primi quattro o cinque secoli, che germogliò nei silenziosi recessi della sotterranea Roma. È una maraviglia vedere com’ei dalla forma dei monogrammi (più o meno occulti) del nome di Cristo, sappia trarre indizio non dubbio dell’età del sepolcro ove li trova apposti. Le ingenue formule; in pace, depositus, καταθεσις: non meno che la presenza, o no, del gentilizio nome del defunto, sono per lui dati cronologici a ritrovare a quale dei differenti piani, onde si compongono i sepolcreti, doveano pertenere le rimosse e sparse lapidi. Con una divinazione poi mirabile, e’ ricompone e torna a vita, novello Osea, le fratturate e disperse, ricongiugnendone i dissipati frantumi; supplisce e compie l’epigrafe di quelle rinvenute tronche e smozzicate. Se non che invano tenterei con la mia povera penna tutta svelare la profonda dottrina di sacra Archeologia che si accoglie in questa trattazione delle cimiteriali Iscrizioni. Lasciando adunque che il lettore se la gusti sulle auree pagine dell’opera medesima, seguiteremo i passi del sommo Archeologo, il quale, come ci avea promesso, passa ad illustrarci il primo piano della grande necropoli; quello, cioè, che sovrasta all’ampia quadripartita regione che siamo andati fin qui percorrendo.
Cotesto piano (cap. XXXI-III) riesce con le sue gallerie sopra appunto le due già descritte aree, 1.a e 4.a, là ov’esse si congiungono; e non è che la continuazione del piano superiore istesso dell’Eusebiana necropoli, nel cimitero di s. Callisto. La parte però dì questo piano che si attiene al cimitero predetto illustrò egli ampiamente nel tomo II1; e fin d’allora promise che del suo prolun-
- ↑ Pag. 289 e segg.