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sima lastra ed epigrafe ho ravvisati a grandi distanze, altri nelle regioni di Eusebio, altri nel contiguo Cimitero di s. Sotere» (p. 97). E di cotal fatto ne rintraccia e ne spiega le cagioni.

Fu dunque necessario che prima raccogliesse tutte quante le iscrizioni e frammenti, che successivamente nelle sue esplorazioni gli davano alle mani; e poi accingersi al complessivo esame dell’ingente massa, per restituire ciascuno epitaffio alle loro respettive regioni e sepolcri. E così fece. Però, come il Cimitero di s. Sotere ebbe principio e svolgimento dalla regione di S. Eusebio, conveniva che dagli epitaffi di questa esordisse l’epigrafica illustrazione; e tanto più, che nel tomo II1 avendo descritto ed illustrato, anche ne’ suoi epitaffi, il piano superiore della Eusebiana necropoli, metteva bene che qui da cotesta regione riattaccasse il filo dell’epigrafica illustrazione, a complemento anche dell’istoria di essa necropoli.

Ma qual sarà l’ingegnoso metodo ch’egli adopererà per venire a capo in tanto caos, e dar vita e ordine ad un ammasso confuso di epitaffi e di pietre?

Egli stesso ce lo espone aperto: «Da prima separo tutti i marmi, la cui provenienza dal suolo esterno è certa, o in sommo grado probabile: parimente separo (in altro gruppo) gl’incerti, se al sepolcreto sotterraneo, ovvero a quello che fu all’aperto cielo, sieno appartenuti» (p. 97). Ma sopratutti volge particolare attenzione alle iscrizioni vere e proprie cimiteriali, come in maggior numero e più sicuro faro di verità. Quindi partisce queste in due classi: le rinvenute nell’infimo strato dello scarico sovrapposto; argomentando con giusto avvedimento, che quelle certamente appartener doveano alle istesse gallerie, sul cui suolo si trovano giacenti: e quelle, che per la loro integrità non offrono segni di esservi travolte rovinosamente da altri luoghi. Queste intanto le costituisce come nucleo principale e sicuro della famiglia epigrafica locale. Nè trascura pure i frammenti: anzi tien l’occhio sempre attento alle lapidi che per avventura gli capitano, smozzicate od imperfette che sieno, purché appartengano ai nucleo principale.

Con si giusto e sicuro criterio a guida, pon mano allo spinoso esame e alla paziente cerna. E se felicemente raggiugnesse lo scopo, lo dicono chiaro e aperto a ognuno che legga i dieci capitoli (XX-XXX); ove, e delle gallerie Eusebiane e del Cimiterio di s. Sotere nelle sue quattro Aree del piano principale, minutamente illustra e cementa le non poche migliaia di lapidi cimiteriali. Di tutte però è il più prezio-

  1. P. 281-92.