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la roma sotterranea cristiana 13

Di faccia alla grandiosa cripta, si apre sulla nostra sinistra altra via, che il ch.mo Autore tornerà ad esaminare ed illustrare, dopo avere studiata a destra tutta la parte che rimane lunghesso la via che percorriamo. Pertanto, oltrepassati i cubicoli e le accennate cripte, si entra in un ambulacro, o via trasversale nella direzione parallela all’altra or accennata, e che si prolunga, per quanto tiene l’area che andiamo esaminando. In questa, appena entrati, ci si presenta sulla destra un arcosolio, cui di fronte si vede una quadruplice cripta, ma con sepolcri aperti e devastati. Una iscrizione però, unico avanzo della saccheggiata cripta, suggerisce al ch.mo Autore il nome di essa, cioè di Ulpio Florenzio, e non sarebbe alieno dal credere, che que’ Florenzii, di cui già ragionò, fossero gli autori di questo rispettabile ipogeo (cap. XII).

Ne vengono in seguito altri cubicoli, là, ove piegando la via quasi ad angolo retto verso settentrione, torna a congiungersi con l'altra che dicemmo tagliare orizzontalmente il sotterraneo, e per tal modo ne forma una zona quadrata. Quindi, esaminatine i cubicoli e gli arcosolii, poverissimi in vero di memorie e d’interesse, torna (cap. XIII) sulla via principale, e volgendosi sulla sinistra, prende a esaminare le gallerie che percorrono l’accennata via di faccia alla cripta dell’Eunuco, non che le varie appendici di cubicoli sparsi sulla sinistra zona della area I della necropoli Soteridiana. Se non che del tutto poveri, squallidi e disadorni, non offrono niente di singolare all’attenzione del sapiente illustratore, tranne la triplice cripta, ricca di belle immagini del buon Pastore (detta però della Pecorella), la quale già illustrò nel tomo secondo1. In questa pertanto concentra i suoi studi, e ne completa la trattazione. Stabilisce l’epoca di sua origine, desumendola dai dati cronologici, avvalorati dai caratteri architettonici e topografici, e dalla forma della croce, asiatica, gammata, che vede incisa sulla tomba di un fanciullo; sicché tutto gli rivela una origine non anteriore alla seconda metà del secolo III, né posteriore alla prima del IV. Avuto poi riguardo alla sua forma di chiesetta, non dubita a credere, che servir dovesse, a quei tempi di persecuzione, di sicuro asilo ai buoni cristiani per le loro segrete sinassi. Come poi questa cripta fu la più simpatica a quanti curiosi visitatori scesero in questa sotterranea regione, massime nel secolo XV, egli non lascia di raccorre di essi il nome scritto col carbone sulle pareti, per es., di un Zaccaria Ab. di s. Ermete di Pisa an. mccclxvii;

  1. P. 349-51.