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DI FLAMINIO VACCA 23

minavano gli antichi, foderato di lastre di marmo, e sotto dette lastre era un forte lastrico, e sotto il lastrico erano molti pilastrelli; che lo reggevano in aria, e tra l’uno, e l’altro vi ponevano il fuoco, trovandosi ancora delle ceneri, e carboni. Si scoperse parimente un grosso vacuo foderato di fogli di piombo, con molta diligenza inchiodati con chiodi di metallo, e quattro Colonne di granito, ma non molto grandi: e mi risolsi di murare senza cercar’altro.

55. Sotto il nostro Arco, volendo mio Padre farvi una Cantina, vi trovò alcuni pezzi di cornicioni, tra quali uno lungo palmi tredici, largo otto, e alto cinque: e venduto ad un Scarpellino, ne fu fatta la lapide del Duca di Melfi, di Casa Piccolomini, e s’incontra al primo ingresso della Chiesa del Popolo.

56. Volendo li Vittorj fondare il loro Palazzo trovarono una gran scala, che saliva in dette Terme d’Agrippa, di marmo molto consumato da piedi; da che si congettura fosse l’ingresso principale; ma soprabbondando l’acqua, fu forza fondare senza veder’altro.

57. Mi ricordo, che nella via, dove abitano li Leutari, presso il Palazzo della Cancellaria, nel tempo di Papa Giulio III fu trovato sotto una Cantina una statua di Pompeo di palmi quindici alta, avendo sopra il collo un muro divisorio di due Case: il padrone di una fu inibito dall’altro, tenendo ciascun di loro essere padroni di detta statua: allegando uno pervenirsi a lui, mentre ne possedeva la maggior parte, e l’altro diceva convenirsi a lui per aver nel suo la Testa, come più nobil parte, dalla quale si cava il nome della statua: finalmente dopo litigato venutosi alla sentenza, l’ignorante Giudice sentenziò, che se gli tagliasse il Capo, e ciascuno avesse la sua parte: Povero Pompeo! Non bastò, che glie la tagliasse Tolomeo, anche di marmo correva il suo mal destino! Pervenuta all’orecchio del Cardinal Capodiferro sentenza sì sciocca, la fece soprasedere, ed andato da Papa Giulio, narrandogli il successo, restò il Papa stupefatto, ed ordinò immediate, che si cavasse