Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
DI OTTAVIO FALCONIERI | 53 |
presso il Pantheon a fronte del Tempio di Minerva; la qual cosa benchè nulla rilievi al fine principale del mio discorso, nulladimeno parmi molto probabile, non sapendo scorgere di qual fabbrica debba credersi essere parte quelle rovine, se non delle Terme di Agrippa, le quali dalla Ciambella essersi distese sino al luogo sopradetto, non parerà strano ad alcuno, che sappia di quale ampiezza si fabbricassero dagli Antichi le Terme, ed abbia alcuna volta considerato la vastezza dell’altre di Caracalla, e di Diocleziano, da quello che ne rimine. Nè in questo io posso acquietarmi nella opinione del Nardino, da me per altro stimato uno dei più giudiziosi fra gli Antiquari, il quale vuole, che gli Archi suddetti sieno del Portico del Buono Evento, raccogliendo ciò da un luogo di Ammiano Marcellino, dove egli dice, che Claudio Prefetto di Roma fabbricò un gran Portico vicino ai Bagni di Agrippa, chiamato del Buono Evento per la vicinanza di un Tempio ad esso prossimo consacrato a questa Dietà.
Ma io m’induco difficilmente a crederlo, poiché dovendo essere la faccia del Portico per quello, che si può ora argomentare, distesa lungo la parte di dietro del Pantheon, ed avanzarsi a proporzione di vestigia sì grandi verso la Ciambella, nel sito, che io stimo essere stato contenuto dalle Terme, verisimilmente poco spazio sarebbe rimasto loro, mentre queste, avvegnachè di ampiezza minore di quelle, che furono poscia fabbricate dagl’imperatori, in ogni modo non potevano occupar quasi meno del sito, che io diceva, e particolarmente dopo la ristaurazione fattane da Adriano, il quale non è probabile, che si fusse contentalo di farsene chiamare ristauratore, senza accrescerle in qualche parte. Che se lo spazio di esse si ristringe a poco intorno alle rovine, che si veggono alla Ciambella, l’altre poste dietro alla Rotonda, non potranno dirsi contigue ad esse, secondo il sentimento di Ammiano, il quale (ed è appresso di me conghiettura gagliardissima e se nel luogo mentovato avesse inteso della fabbrica della quale noi ora vediamo gli avanzi si vicini alla Rotonda) non l’avrebbe chiamata Lavacro Agrippæ contiguam, ma contigua al Pantheon, col quale si poteva quasi dire, che si toccasse, ed era fabbrica