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DI OTTAVIO FALCONIERI 43

adoprarono in vita, con quel che segue. Tutto il contrario ordinò circa al Mortorio nel suo testamento quella buona vecchia, l’astuzia di cui narra Orazio. [L. 2. Sat 6.]

......anus improba Thebis
Ex testamento sic est elata: cadaver
Unctum oleo largo, nudis humeris tulit hæres.
Scilicet elabi si posset mortua.

E perciò saviamente fu ordinato dalle leggi, che quantunque nell’altre cose si dovesse prestare ogni favore, acciocché si adempisse la volontà del testatore, in quanto alle soverchie spese niun conto dovesse farsene, come si dice nella già citala legge ff. de religios. et sumpt. al §. hic actio: Sciendum est, nec voluntatem testatoris exequendum, si res egrediatur justam sumptuum rationem.

Tanto mi è avvenuto d’osservare intorno alla Piramide di C. Cestio, ed all’altre cose ad essa appartenenti. La qualità dell’argomento trattato darà motivo, siccome io spero, all’erudito Lettore d’appagarsi del mio Discorso, più di quello, che abbian potuto fare le notizie, e le conghietture addotte in esso a tal fine; sì veramente ch’egli consideri, come per trattarlo fermamente sarebbe stato di mestieri l’aver raccolto quanto dagli Scrittori antichi, e moderni, de’ quali oggimai è infinito il numero, possa essere stato detto delle persone, delle quali sì è avuto a ragionare, e de’ Riti antichi necessarj a spiegarsi; onde può accader di leggieri, che ad altri succeda d’illustrarlo maggiormente con un sol luogo di un’Autore osservato da lui per fortuna, che non è succeduto a me ricercandone a bello studio molti, e molti. E perciò io confido, ch’egli sia per contentarsi dì aver saputo in tal maniera quanto basta, e non quanto se ne potrebbe dire; esercitando a mio favore quell’ammaestramento d’Aristotele, così dichiarato latinamente dal Lambino: Est hominis eruditi, tantam in unoquoque genere sublilitatem desiderare, quantam rei ipsius natura recipit. [L. 1. Eth.]