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30 | DISCORSO |
[Lib. 8. cap. 3.] do bene il Nardino, non potere esso essere stato fatto da quel Cestio Gallo, il quale fu Console sotto Tiberio, siccome fu parere del Panzirolo; perocchè [In Com Not. Imp. Occiden.] essendo stato fabbricato il Ponte a tempo degli Imperatori avrebbe preso il nome dal Principe, e non dal Console. Nel resto, di diversi Cestj trovo farsi menzione appresso varj Autori, e particolarmente appresso Seneca nelle Controversie. Di un Cajo Cestio [Part. 6] si legge il nome in un marmo antico, ch’è fra gli altri raccolti dal Boissardo, in cui sono scolpite di mezzo rilievo, e d’assai buona materia due Figure, una d’uomo, e l’altra di donna, con la seguente Iscrizione.
[Grut. 1123. 2]
HAVE HAVE |
Ma chi vorrà arrischiarsi ad affermare, che questo sia quello di cui si cerca, piuttosto, che un’altro, forse un Liberto di quel C. Cestio, [A car. Dcccc. lxvii.] de’ Liberti del quale si legge il nome in due altre diverse iscrizioni appresso il Grutero; ovvero quel C. Cestio Littore mentovato da Cicerone nelle Orazioni contra Verre? Più verisimilmente potrebbe esser quegli, che con titolo di Cavalier Romano è chiamato per testimonio dallo stesso Cicerone a favore di L. Flacco nell'Orazione fatta in difesa di esso, se bastasse il fondare la conghiettura sopra la corrispondenza de’ tempi, Giovanni Glandorpio, il quale delle [in Onomast. Ro.] antiche Famiglie Romane ha scritto con somma diligenza, raccogliendo tutte le memorie, le quali si trovano di esse appresso gli Scrittori, non fa menzione avanti i tempi di Tiberio, se non di due Cestj. Uno è quello, il quale, come narra Seneca, essendo trascorso a dire, che Cicerone, a cui egli era avverso, [Suas. vii.] non sapeva di lettere, fu poi dal figliuolo del medesimo, il quale commandava in Asia, fatto solennemente sferzare in un Convito: ond’ebbe origine qual detto; Cicero patri de corio Cestii satisfecit. L’altro è quegli, di cui racconta Plutar-