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DI OTTAVIO FALCONIERI 15

il termine dentro il quale doveva esser finito. Cosi nella L. 44: de Hæred. Instit. Paterfamilias duos hæredes instituerat in diebus certis, e più chiaramente nella L. 6. ff. de Condition. Instit. Si quis ita institutus sit: Si monumentum post mortem testatoris in triduo proximo mortis ejus fecisset.

[Tom, 1. pag. 405] Nella Roma sotterranea si legge credersi, che questo sepolcro fosse comune eziandio agli altri Epuloni senza che si comprenda, se questa sia opinione del Bosio, o degli altri, i quali hanno avuto parte in quell’opera. Ma siasi di chi ella si voglia, non so quale fondamento possa avere; onde stimo soverchio il parlarne più oltre per riprovarla.

Avendo a bastanza ragionato di ciò che è nella parte esteriore della Piramide resta che si dica alcuna cosa delle pitture, le quali si veggono nella stanza in essa rinchiusa, della quale si è parlato di sopra, od in cui si entra per un piccolo corridore aperto nuovamente nel massiccio dalla parte occidentale; non essendovi prima: per quello che si vede altra strada per andarvi, se non quell’apertura, di cui apparisce l’entrata nel lato settentrionale in un piano assai più alto del presente, e per questa dovettero entrarvi il Bosio, e gli altri, i quali nella fine del secolo passato vi scrissero i lor nomi col carbone, Ella è di forma bislunga, come si può raccogliere dalle misure che ne ho già portate, ed è volta co’ minori lati all’entrata. Nella muraglia si vede dipinto attorno attorno un ordine andante di scompartimenti alti palmi 6. e larghi palmi 3. e mezzo, ciascuno de’ quali è intramezzato da un altro di altezza di palmi 6. e mezzo, ma non più largo di un palmo e un quarto, e quest’ordine vien terminato dal suo basamento di palmi 2. e mezzo, e dalla cornice distinta di linee di diversi colori, ed adornala di tanto in tanto di alcuni come piccoli fioretti. Negli scompartimenti maggiori, cioè nel mezzo di esso per ogni verso son poste le figure, ed i vasi come più distintamente vedremo poco dapoi, e ciascuno de’ minori è adornato d’un rabesco a grottesca, rappresentante, cred’io una specie di candelabro antico di bellissimi colori vagamente lavorato, il quale l’occupa per tutta l’altezza; le figure, le quali si sono conservate sono quattro; due nel lato destro, e due nel sinistro, in