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100 | DELLE VIE DEGLI ANTICHI |
Seguendo la direzione di questo ramo della via Tiburtina fatto dai Censori M. Plauzio Lucano, e Tiberio Claudio Nerone, si trova dopo circa due miglia il ponte Lucano, del quale poc’anzi discorsi, e presso di esso torreggia il sepolcro de’ Plauzj, dove anticamente la via faceva un nuovo bivio; quella a sinistra continuava ad essere la Tiburtina, e direttamente salendo il clivo Tiburtino, giungeva a Tivoli traversando la villa di Mecenate dopo avere fatto la sua giunzione presso di questa colla via Tiburtina primitiva. L’altra menava alla villa di Adriano Augusto, le cui portentose rovine formano ancora l’ammirazione di chiunque le visita.
Il clivo Tiburtino, che la via secondaria ascendeva fu reso più agiato ai tempi di Costanzo, e Costante siccome rilevasi dalla iscrizione seguente trovata l’anno 1756. e rialzata sul clivo stesso:
beatissimo . saecvlo
dominorvm . nostrorvm
constantI
et constantis
avgvstorvm
senatvs . popvlvsq
romanvs
clivvm tibvrtinvm
in planitiem redegit
cvrante l. tvrcio
secvndo aproniani
praef. vrb. fil
asterio c. v
correctore. flam
et piceni
Questa via novella non si riuniva più alla primitiva che veniva dal ponte dell’Acquoria e traversava la villa di Mecenate, della quale si veggono rovine magnifiche. E da queste rovine sino al ponte dell’Acquoria si trovano avanzi insigni della via primitiva stessa, il cui pavimento reca stupore per la sua conservazione, e per la maniera onde i massi poligoni sono insieme commessi. Pertanto allorchè Mecenate volle edificare in questo luogo il suo palazzo per non interrompere la strada, e per