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DISSERTAZ. DI A. NIBBY. | 99 |
vata, sulla quale si legge il XIV. miglio, insieme co’ nomi di Marco Plauzio Lucano giglio di Marco Plauzio, della Tribù Aniense, e di Tiberio Claudio Nerone figlio di Tiberio Claudio dellu Tribù Palatina, Edili Curuli, Pretori, Censori, e Duumviri delle vie:
M. PLAVTIVS
M. F. ANIEN
LVCANVS
TI. CLAVDIVS
TI. F. PAL
NERO. AED. CVR
PR. CENS. II. VIR. V.
M. XIV.
Ma nello stesso tempo si deve osservare, che la via Tiburtina, che vedemmo deviare a sinistra, passava di là dalle acque Albule, e così pel ponte dell’Acquoria saliva il clivo Tiburtino e montava a Tivoli; onde a quella via primitiva non appartenne questa colonna milliaria, nè essa potè traversare le acque Albule in questo luogo senza un irragionevole deviamento. E’ da credersi pertanto che i due Censori nominati in questa colonna milliaria per rendere la via Tiburtina più comoda ne facessero un nuovo braccio a destra che invece di costeggiare i Laghi delle Acque Sulfuree o Albule le traversasse in questo luogo, ed invece di traghettare l’Aniene al ponte antichissimo dell’Aquoria lo passasse al Ponte Lucano, il quale fu probabilmente da questi stessi Censori edificato, e perciò ebbe dall’uno di essi M. Plauzio Lucano il nome, che ancora conserva. E questa seconda via intende la carta allorché pone per prima stazione ad aquas Albulas, imperciocchè questa sola era quella che ne’ tempi della decadenza si frequentava, come oggi ancora continuasi; ma il numero XVI., che ivi è scritto va colla lapide testè allegata corretto in XIV., e tale infatti è la distanza delle acque Albule volgarmente detta la Solfatara, dall’antica porta Esquilina. Delle acque Albule non è qui luogo parlare avendone a lungo trattato nel mio Viaggio Antiquario ne’ contorni di Roma Tomo 1. p. 105. e seg.