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DI OTTAVIO FALCONIERI 9

[VII. Æneid.]

... Fuit ingens monte sub alto
Regis Dercenni terreno ex aggere bustum
Antiqui Laurentis, opacaque ilice tectum.

Apud majores (dic’egli) nobiles aut sub montibus altis, aut in ipsis montibus sepeliebantur. Unde natum est, ut super cadavera, aut Pyramides fierent, aut ingentes collocarentur columnae. E però fu forse fatta anche a Scipione il distruttor di Cartagine la sepoltura a foggia di piramide nel campo Vaticano, come si raccoglie da Acrone nell'Ode IX. dell’epodo d’Orazio. Di questa, se si dee credere al Fulvio, durarono i vestigj non lungi [Lib. IV cap. 31] dalla Mole d’Adriano fin ne’ tempi d’Alessandro VI. il quale la fece gittare a terra per aprire la strada da Castello al palazzo di S. Pietro, la quale si chiama oggi Borgo nuovo, e i marmi de’ quali all’era altresì incrostata, furono tolti via per testimonio del medesimo Fulvio, del Fauno e d’altri antiquarj dal Pontefice Donno I per lastricarne l'atrio cioè il cortile di S. Pietro. D’un’altra piramide pur di marmo [Della Relig. de’ Romani.] parla Guglielmo Choul nella spiegazione ch’egli fa della medaglia di L. Caldo. Ma dalla seguente Iscrizione, ch’egli dice leggervisi OPVS ABSOLVTVM DIEBVS CXXX EX TESTAM. C. CORNELII TRIB. PLEB. SEPTEMVIRI EPVLONVM, assai chiaramente si scorge esser ella la medesima di

    zione con altro nome, che di mera e semplice congettura, tanto nel Monito, che precede l’edizione sopraccennata del 1668., che nel decorso della medesima, dicendo dippiù nel detto Monito verso il fine, dopo aver parlato delle Iscrizioni Atletiche; come ivi: Demum quod attinet ad dissertationem de Nummo Apamensi, id unum te scire volo, erudite lector, me in adstruenda Scriptura nominis Noe ex litteris, qua; in celebri illo nummo extant, ejus solum partes suscepisse, qui rem quæ facto in primis nititur, ratione et conjecturis illustrare aggressus, de re ipsa minime laboret. Illud non reticebo conjecturæ meæ non parum præsidii attulisse V. Clar. Patrum Seguinum etc., ripetendo lo stesso nella Dissertazione, per cosi dire, ad ogni passo, e massime su1 principio, ivi: in mentem statim venit, occasionem oplutissimam offerri mihi observantiam erga te meam tibi Romam advenienti publico aliquo monimento declarandi si meam de praæclarissimo Philippi Numismate conjecturam tuis auspicitis vulgurem, quam