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64 | DELLE VIE DEGLI ANTICHI |
Ponzano, e per Acqua Fiora raggiunge la via Flaminia ad Acquaviva, poco lungi da Civita Castellana.
Prima Porta trae la sua etimologia da un arco antico ivi già esistente, che essere quello di Augusto Nardini sostiene. Oggi non ne rimane che un pilastro a sinistra e gl’indizj dell’altro a destra. Dalla costruzione apparisce non potere essere stato arco trionfale, e molto meno dell’epoca di Augusto, essendo formato di opera laterizia, e di forma meschina; per la quantità del cemento poi e la qualità della costruzione sembra doversi credere posteriore a Caracalla, ed Alessandro Severo. D’altronde, che ad Augusto si ergessero Archi sulla via Flaminia non può porsi in dubbio, dicendoci Dione al libro LIII. p. 585. che pel pronto ristauro di quella via gli furono erette statue negli archi sul ponte del Tevere e ad Arimino. Καὶ ἡ μὲν εὐθὺς τότε ἐγένετο, καὶ διὰ τοῦτο καὶ εἰκόνες αὐτῷ ἐφ᾽ ἁψίδων ἔν τε τῇ τοῦ Τιβέριδος γεφύρᾳ καὶ ἐν Ἀριμίνῳ ἐποιήθησαν. Ma a niuno di questi due luoghi può appartenere l’arco di Prima Porta. Quello di Arimino esiste ancora, l’altro sul ponte del Tevere deve essere stato o sul ponte Milvio; o più probabilmente sopra quel ponte, di cui ancora si veggono le rovine, che appellansi le pile di Augusto, presso Otricoli, il qual ponte non va confuso coll’altro di Augusto sulla Nera, che ancora fa la meraviglia degl’intendenti. Appena passata Prima Porta si vede a destra una rupe di tufo rosso più di qualunque altro si trovi per tutta questa via, e che mostra evidentemente essere gli antichi sassi Rossi, Saxa Rubra degli antichi scrittori, e per conseguenza, che ancora ivi dee porsi la piccola borgata di Rubræ, che ne traeva il nome.
Che Rubræ non solo fosse un luogo di mansione, o una posta, ma una piccola città lo mostra Marziale, il quale nell’Epigramma LXIV. del libro IV. descrivendo gli orti di Giulio Marziale sul Gianicolo, e la veduta che se ne godeva dà a Rubræ l’aggiunto di piccola:
Hinc septem dominos videro, montes
Et totam licet æstimare Romam
Albanos quoque Tusculosque colles
Et quodcumque jacet sub urbe frigus
Fidenas veteres, BREVESQUE RUBRAS.