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62 DELLE VIE DEGLI ANTICHI

ma oggi è affatto impraticabile, e può quasi dirsi distrutto, non restando propriamente di esso che quelle poche pitture segate, e trasportate nella sua villa Esquilina dalla famiglia Altieri, ove ancora conservansi.

Proseguendo il cammino continuano a vedersi a destra gli avanzi de’ sepolcri, che fiancheggiavano la via Flaminia, la quale circa il sesto miglio moderno, si riunisce alla moderna strada. Quale sia stato il motivo per cui i moderni abbiano preferito piuttosto il cammino ineguale, che oggi si vede all’antico, che andava sempre nel piano, e che per la prossimità del fiume, e della ripa opposta era più delizioso, non saprei dirlo. Forse le inondazioni invernali del Tevere avranno deciso i nostri a tenersi più in alto, onde mettere la strada al coperto di esse. Il colle elevato che si vede sulla riva opposta del Tevere soprastante al fiume, ed il castello sovrapposto chiamasi castel Giubileo, e di esso farò menzione nel descrivere la direzione della via Salaria.

Sei miglia ed un quarto dalla porta moderna, e per conseguenza più di sette miglia e mezzo dalla antica, si passa per il casale e procojo della Valchetta e subito dopo, sopra un ponte, un fiume di alte ripe coperte di oleastri ed altre erbe fluviali, di acque limpide nella estate, e fangose nel verno, che si dice della Valca dalla tenuta di questo nome, che traversa; e che sì dagli antiquarj de’ secoli passati, che dalle ultime scoperte devesi riconoscere per la Cremera fiume celebre nella storia Romana de’ primi secoli, e soprattutto reso famoso dalla disfatta de’ Fabi. Pare però impossibile, che un fiume riconoscibile per ogni tratto, riconosciuto, come dissi di sopra, per la Cremera, sia stato così poco conosciuto dagli Antiquarj e dai Geografi riguardo al suo corso. E, per cominciare dalla sua sorgente, l’Eschinardi e dopo di esso il suo commentatore Venuti lo fan nascere del lago di Bracciano, quando è lo scolo di quello di Baccano; l’Eschinardi stesso, Venuti, e l’Ameto nella sua carta del Patrimonio, per non parlare della recente pianta topografica della campagna di Roma di Sickler, la quale è riconosciuta molto inesatta sì per la Geografia che per l’Archeologia, lo