Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
DISSERTAZ. DI A. NIBBY. | 35 |
Messe insieme adunque le circostanze di questi due passi, nel formare le vie, apprendiamo, che primieramente si segnavano due solchi, i quali indicassero In larghezza della via, che più sotto mostreremo quale fosse:
Hic primus labor inchoare sulcos.
poi si scavava la terra entro i due limiti del solco stesso, sino a trovare la terra dura:
Et rescindere limites et alto
Egestu penitus cavare terras.
il che corrisponde a ciò che dice Vitruvio; Et si plano pede erit ruderandum, quæratur solum si sit perpetuo solidum; fatto ciò, e trovata la terra dura, si spianava; et ita exæquetur. Non sempre però poteva trovarsi la terra dura; ne’ terreni paludosi più si scava, più la terra si trova molle, ed in tal caso dovea eseguirsi la palificata di Vitruvio; si autem omnis aut ex parte congestitius locus fuerit fistucationibus cum magnia cura solidetur. Dovea poi questo vuoto fatto riempirsi di varie materie, ed era ciò che formava la via:
Max haustas aliter replere fossas,
Et summo gremium parare dorso
Tutto questo riempimento dicevasi adunque Gremium, come Summum Dorsum dicevasi il pavimento della via attesa la sua forma dorsale come fra poco osserveremo. Varie però erano le parti di questo Gremium; lo Statumen, il Rudus, il Nucleus. Lo Statumen era un fondamento di sassi rozzi che facevasi sopra la terra solida, o la palificata; questi sassi non erano più piccoli della capacità della mano; l’altezza, ossia la profondità dello Statumen dipendeva dalle circostanze dalla via stessa. Tunc insuper, prosiegue Vitruvio, statuminetur ne minore saxo, quam, quod possit manum implere. Questa operazione dicevasi Statuminare. Dopo ciò si poneva uno strato, che noi diremmo di calcinacci, ossia di materie di ogni sorte, detto Rudus: Rudus dice Isidoro (Orig. lib. VI. c. III. p. 1209.) artifices appellant lapides contusos, et calci admixtos quos in pavimentis faciendis super fundunt unde et rudera dicuntur. Queste macerie doveano essere mescolate ad un terzo di calce se le materie fossero nuove, a due quinti se fossero vecchie, e ponendo primiera-