Pagina:Roma Antica 4.djvu/146

22 DELLE VIE DEGLI ANTICHI

asserito circa l’estinzione dei Curatori Generali delle Vie sembra opporsi un passo di Capitolino1 dove dicesi di M. Aurelio; Dedit præterea Curatoribus Regionum ac viarum potestatem ut vel punirent vel ad Præfectum urbi puniendos remitterent eos, qui ultra vectigalia quidquam ab aliquo exegissent. Ma questo passo non è decisivo; ivi non si parla, che genericamente dei Curatori delle vie e perciò può senza impedimento credersi, che s’intenda ivi de’ Curatori particolari. D’altronde Capitolino stesso poco prima mostra, che Marco Antonino, come i suoi predecessori avea assunto la cura delle vie dicendo: Vias etiam urbis atque itinerum diligentissime curavit. E questo passo mostra di più, che anche i Quatuorviri per le vie interne di Roma erano stati, o aboliti, o ridotti al grado di Magistrati subalterni.

C A P O   III.

Amministrazione delle vie.


Era officio de’ Curatori affittare la rifazione delle vie a’ privati che si dicevano Mancipes. Udiamo Festo, o per dir meglio il suo Epitomatore Paolo nella voce Manceps: Manceps dicitur qui quid a populo emit conducitve, quia manu sublata significat se auctorem emptionis esse; qui idem præs dicitur: quia tam debet præstare populo quod promisit, quam is qui pro eo præs factum est. Questo passo riguarda i Mancipes di qualunque sorta: ma Tacito nel libro III degli Annali2 chiaramente mostra, che così si chiamavano coloro che prendevano in affitto le vie: Idem Corbulo plurima per Italiam itinera fraude MANCIPUM, et incuria magistratuum interrupta et impervia, clamitando executionem ejus negotii libens suscepit. Quindi quella iscrizione riportata dal Lipsio nelle sue note a Tacito ci ricorda il Mancipe della via Appia:

CN. CORNELIO
CN. F. SAB
MANCIPI VIAE APPIAE


  1. In M. Antonio c. XI.
  2. Cap. 31.