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L. AVRELIVS. L. F. OVF
TYRANNVS INTERAMN
NAHAR TI. IVLIVS. TI. F. STEL
VERECVNDIANVS. BONONIA
Q TAMVDIVS. SEX. F. ARRIVS
BEATE FAC. CVR


Panvinio stesso riferisce il frammento di un’altra iscrizione appartenente ad un Quatuorviro del tempo di Trajano Angusto dalla quale apparisce, che il Quaturrviro era stato Pretore e Tribuno della Plebe, perciò il Quatuorvirato si sosteneva ancora con tutto il suo lustro. Da un passo di Capitolino però nella vita di Marco Aurelio1 può dedursi, che a’ tempi di quello Augusto la cura delle vie interne ancora era stata assunta dagli Imperadori, e che i Quatuorviri erano stati, o aboliti, o ridotti ad essere semplici magistrati Inferiori. Ecco le parole di quell’autore: VIAS etiam URBIS atque itinerum diligentissime curavit.

Ma circa le vie esterne non è così chiaro come le interne a chi ne fosse data la cura. La legge riportata da Cicerone2 ordinava, che i Censori difendessero le vie, Urbis terapia, vias, aquas, aerarium, vectigalia tuento; ma da ciò non può dedursi, che a loro appartenesse il costruire le vie. Tuttava dal fatto apparisce, che ne’ tempi più antichi a loro apparteneva non solo il costruire le vie, ma ancora gli acquedotti ed i ponti. Appio Claudio, che abbiamo veduto essere stato il primo a costruire una via era Censore: Et censura clara eo anno Appii Claudii, et. C. Plautii fuit: memoriae tamen felicioris ad posteros nomen Appii, quod viam munivit, e aquam in urbem duxit3. Così G. Flaminio Censore, che tre anni dopo sendo Console perì al Trasimeno, fece la via Flaminia. C. Flaminius Censor viam Flaminiam munivit, siccome dice l’epitomatore di Livio, Lucio Floro4. Così i Censori Q. Fulvio Flacco, ed Aulo Postumio Albino lastricarono di selce in Roma, e fuori di Roma fecero mar-


  1. Cap. XI
  2. De Legibus lib. III. C. III.
  3. Livio lib. IX. c. XX.
  4. Lib. XX.