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10 | DELLE VIE DEGLI ANTICHI |
quas AGRARIAS quidam dicunt. VICINALES sunt viæ quæ in vicis sunt, vel quæ in vicos ducunt; has quoque publicas esse quidam dicunt: quod ita verum est, etc. Alle vve publiche o Consolari si riducevano ancora quelle, che dicevansi militari, le quali finivano o al mare, o nelle Città, o ne’ fiumi publici, od in altre vie militari. Così dice Ulpiano1 parlando delle vie vicinali: sed inter eas et cœteras vias militares hoc interest, quad viæ militares exitum ad mare, aut in Urbes, aut in flumina publica, aut ad aliam viam militarem habent: harum autem vicinalium viarum dissimilis conditio est; nam pars earum in militares vias exitum habent, pars sine ullo exitu intermoriuntur.
È notò a tutti il celebre passo di Strabone col quale dimostra, che mentre i Greci si erano dati tutta la cura de! decoro, e della fortezza delle città, de’ porti, e della ubertà del suolo, i Romani aveano avuto molta providenza nelle cose, di cui i Greci mancavano, cioè nel lastricare le vie, nel condurre acque, e nello scavare cloache, capaci di nettare le sozzure della città e portarle nel Tevere; che nel lastricare le vie per la campagna, aveano tagliato colline, ed appianato valli, cosicché i carri potessero ricevere il peso de’ vascelli da carico. Τῶν γὰρ Ἑλλήνων περὶ τὰς κτίσεις εὐτυχῆσαι μάλιστα δοξάντων, ὅτι κάλλους ἐστοχάζοντο καὶ ἐρυμνότητος καὶ λιμένων καὶ χώρας εὐφυοῦς, οὗτοι προὐνόησαν μάλιστα ὧν ὠλιγώρησαν ἐκεῖνοι, στρώσεως ὁδῶν καὶ ὑδάτων εἰσαγωγῆς καὶ ὑπονόμων τῶν δυναμένων ἐκκλύζειν τὰ λύμματα τῆς πόλεως εἰς τὸν Τίβεριν. ἔστρωσαν δὲ καὶ τὰς κατὰ τὴν χώραν ὁδούς, προσθέντες ἐκκοπάς τε λόφων καὶ ἐγχώσεις κοιλάδων, ὥστε τὰς ἁρμαμάξας δέχεσθαι πορθμείων φορτία2. Di questo lavoro delle vie e del modo di lastricarle ignoto ai Greci, i Romani riceverono la idea dai Cartaginesi, che aveano la fama di essere stati i primi in tale lavoro: Primum autem Poeni dicuntur lapidibus vias stravisse; postea Romani eas per omnem pene orbem disposuerunt propter rectitudinem itinerum, et ne plebs esset ociosa,