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40 MEMORIE

le mura della città, mi raccontò che cavandosi alle radici di quel monte, si trovò dentro il tufo uno stanzino molto adorno con pavimento fatto di agata, e corniola, e li muri foderati di rame dorati con alcune medaglie commesse, con piatti, e bocali, tutti istromenti di sacrifizj, ma ogni cosa avea patito fuoco; il detto stanzino non aveva né porte, né finestre, e vi si scendeva per di sopra.

102. Fabio Galgano fratello del suddetto nella medesima vigna vi trovò un vaso d’alabastro cotognino, che nella panza era largo quattro palmi e mezzo, e sei alto, col coperchio così sottilmente lavorato che lo aveva ridotto il maestro con lime più sottile, che se fosse di terra cotta, e mettendovi dentro un lume traspariva ed era pieno di cenere. Dopo la morte di esso Fabio parmi l'avesse il Duca Cosmo, con altre belle anticaglie dal suddetto adunate.

103. Mi ricordo che al tempo di Pio IV capitò in Roma un Goto con un libro antichissimo, che trattava d’un tesoro con un serpe, ed una figura di bassorilievo, e da un lato aveva un cornucopio, e dall’altro accennava verso terra; e tanto cercò il detto Goto, che trovò il segno in un fianco dell’arco; ed andato dal Papa gli domandò licenza di cavare il tesoro, il quale disse che apparteneva a’ Romani ed esso andato dal popolo ottenne grazia di cavarlo, e cominciato nel detto fianco dell’arco a forza di scarpello entrò sotto, fecendovi come una porta; e volendo seguitare, li Romani dubitando non minasse l’arco, a’ sospetti della malvagità del Goto, nella qual nazione dubitavano regnasse ancora la rabbia di distruggere le Romane memorie, si sollevarono contro di esso, il quale ebbe a grazia andarsene via, e fu tralasciata l’opera.

104. Dietro le Terme Diocleziane, volendo il Padrone d’una vigna fare un poco di casetta, scuoprì due muri, e cominciando a cavare fra di essi, e calando giù vide una buca; e facendola maggiore vi entrò dentro. Era fatta a modo di forno, e vi trovò decidotto teste di Filosofi riposte, e le comprò il Sig. Gio: Giorgio Cesarini, ed ora il Signor Giuliano l’ha vendute al Cardinal Farnese, e sono nella sua Galleria.