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DI FLAMINIO VACCA 37


86. A piè di Santa Maria Maggiore, verso Roma fu trovata una statua al naturale a sedere, talmente vestita, che pareva fasciata: appoggiavasi col cubito sopra un ginocchio, e con la mano alla bocca. Vedendola Don Pier Leone Castello peritissimo, disse esser Vittorina Mater castorum.

87. Mi sovviene, che appresso San Stefano Rotondo, nella vigna di Adriano Martire, accanto l’acquedotto, si trovò una statua d’Adriano vestito alla Consolare, di buona maniera, con statue ed altri, de’ quali non mi ricordo il nome, ed un Tripode da sacrifizio di metallo. Il detto Adriano si comprò dal Popolo Romano, ed ora si vede nel primo piano della scala del Consiglio pubblico.

88. Mi ricordo, che nella piazza dietro Ss. Apostoli si trovarono molti marmi salini di molta grandezza quadri, ma consumati gettati dai nostri antichi moderni per l’impedimento che avevano delle gran ruine, come ho osservato in altre cave.

89. Mi ricordo aver sentito dire da Ottavio Maji che per accomodare un monastero di Monache rinchiuso nel Foro di Nerva, furono gettati certi quadri di peperino, ne’ quali, tra l’uno, e l’altro vi erano alcune spranghe di legno da ogni banda fatte a coda di rondine, così ben conservate, che si potevano rimettere in opera; e nessun falegname conobbe di che legno fossero.

90. Mi ricordo, che nel Monte Aventino, nella vigna di Monsignor de’ Massimi verso Testaccio, si trovò una statua di basalto verde rappresentante il figliuolo d’Ercole in età fanciullesca, con la pelle di leone in testa, e con la clava in mano; favoleggiando i poeti essere detto monte (che Aventino chiamavasi) dedicato al figlio di Giove. Questa statua la comprarono li Romani dal detto Monsignore per ducati mille di Camera; ed ora si trova in Campidoglio.

91. Tra la piazza di Sciarra, e la Guglia di S. Manto, vi era un poco di Chiesetta di S. Antonio1 molto vecchia; e volendovi fare una tomba vi sco-

  1. La qui accennata Chiesa di Sant’Antonio colla Fontana di Acqua Vergine, e Piazza apparteneva ai Padri