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la zecca di bologna 97

riportandoci ai tempi, non è meschina, considerando anche che l’ufficio celandi et manutenendi cuneos sive formulas monetales non impediva all’incisore di applicarsi ad altri più proficui lavori. Ignorandosi la data della morte del Menganti non sappiamo con precisione porre un limite alla serie delle monete che gli si possono attribuire: certo è che nel 1585 il Menganti lavorava ancora, come vedremo, perciò par naturale che oltre quelli di tutte le monete del tempo di Gregorio XIII egli abbia fabbricato anche i nuovi coni delle monete del susseguente pontefice Sisto V, che salì al potere appunto nel 1585. Così le une come le altre, d’oro, d’argento e di mistura, sono bellissime e varie, come il lettore verificherà dalle descrizioni e dalle tavole che ne diamo più avanti.

Durante la locazione del Gambaro, per accondiscendere alle continue richieste, si coniarono quattrini e moneta bassa da 6 e da 12 quattrini. Rinnovata per altri tre anni la locazione collo stesso zecchiere si continuarono le battiture di moneta minuta a cui nell’agosto dal 1576 se ne aggiunse una di murajole e bolognini; nel marzo del 1577 fino a 1500 scudi, nell’ottobre, nel dicembre e nell’agosto del 1578 in varie volte 2000 scudi, nell’aprile del 1579 altri 500 scudi, da esportarsi ad Imola dietro richiesta, nell’ottobre 2000 scudi di sesini e quattrini e a tutto il 1582 10500 scudi di moneta bassa di varie sorta1.

La locazione Gambaro fu ancora rinnovata, coi vecchi patti, fino al 1586 e gli si aggiunse il figlio Pietro. Di coniazioni di moneta d’oro e argento in quel periodo, ricorderemo quella dei Gregorii d’argento, decretata il 14 dicembre 1574, quella di piastre bolognesi equivalenti a 2 gregorii e di monete da quattro scudi d’oro,

  1. Partiti, 23, c. 133, 164, 179. 200; Partiti, 24, c. 36, 37, 52, 58, 59, 80, 99, 108, 124, 128, 140, 166, 192, 200.