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la zecca di bologna 95

del Senato all’ambasciatore, del 7 novembre 1572, da cui si rileva che ne furon fabbricate d’oro e d’argento, di due grandezze e che le prime coniate furono offerte al papa col mezzo dell’ambasciatore bolognese che spiegò come le figure rappresentatevi significassero Bologna liberata da S. B. dal gran peso di questa fortezza1.

Di questa medaglia, ricordata dal Bonanni2, dal De Molinet3 e nel Trésor de mimismatique et glyptique (Medailles de papes, pag. 19, che però ne dà un erronea spiegazione) rimangono esemplari. Portano da un lato il ritratto del papa e le parole GREGORIO · XIII · PONT · MAX · BONON · S · P · Q · B · e dall’altro la figura di Felsina (o Minerva, allusione alla città dotta) con un vessillo, che accenna ad alcune ruine rappresentate nel fondo e con alcuni libri sparsi al suolo: intorno il motto LEVATA ONERE PATRIA. Un esemplare in bronzo della collezione del Museo Civico di Bologna sembra una copia del tempo, eseguita per completare la collezione.

Per tuttociò è da rettificare l’asserzione del Negri e dello Zanetti che credettero queste medaglie coniate più tardi, all’epoca della erezione della statua di Gregorio XIII, nel 15804. Questa statua, modellata grandiosamente dal Menganti (1575-1580) e posta sulla porta del palazzo pubblico di Bologna, attesta, come gli

  1. Lettere dell’Ambasciatore al Senato, 24 maggio 1572.
  2. Bonanni, Numismata Pontificum Romanorum, Romae 1699, t. I, pag. 341.
  3. P. Claudio de Molinet, Historia Summorum Pontificum a Martino V ad Innocentium XI per eorum numismata, Lutetiae 1679, pag. 97.
  4. Francesco G. Cavazza, Della statua di Gregorio XIII sopra la porta del palazzo pubblico di Bologna. Bologna, Azzoguidi, 1888, La statua fu fusa da Anchise Censori. Altri lavori del Menganti in Bologna sono la statua della Pietà nella Chiesa di S. Rocco, e il bronzo raffigurante Gregorio XIII nel Museo Civico. Manca tuttora una monografia su questo scultore della scuola romana.