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3) Nel 500, il re Ostrogoto si porta a Roma e vi è accolto a festa. " Volle Teoderico degli Amali (dice C. Troja nella sua St. d’It. del Medio Evo, Lib. XXXIV), " che la ricordanza del suo arrivo in Roma lasciasse lunghe traccie nelle menti dei popoli; e non Costantino imperatore, nè altri principi vinsero l’Ostrogoto nella solennità e nello splendore delle feste celebrate in simile occorrenza „. Passa quindi il citato autore a narrare tutta la pompa con cui fu ricevuto e l’ordine del corteo, che, dopo essere stato alla Basilica Vaticana a venerare il sepolcro degli Apostoli, si avviò verso il luogo, detto Palma (forse un’ampia sala del palazzo imperiale, detto più tardi Palma d’oro)1 Si applaudiva da ogni parte a Teoderico, acclamandolo Pio, Felice, Augusto (Troja, l. c., L. XXXIV, § 5). A ricordare la distribuzione di grano, a cui accenna Eutropio2, fece rizzare un monumento con tavola di bronzo. Esercitò il diritto di imperatore, innalzando molti agli onori del Senato (Ennodio-Paneg. Theod.: Coronam Curiae innumero flore velasti).

Parmi adunque assai verosimile, che in tale solennità appunto abbia il re fatto coniare il medaglione (Gnecchi, art. cit., pag. 163), e sia stato pur allora dal Senato Romano o dai cittadini salutato imperator, il quale titolo certamente il re Ostrogoto agognava, anche per contrapporre in Occidente (nell’Italia dal suo valore conquistata) un’autorità di pari titolo a quella dell’imperatore di Oriente. E per far meglio rilevare il merito e la giustezza del titolo

  1. Accenno (pur non intendendo di affermare nulla in proposito) alla curiosa concordanza del simbolo "la palma„ sì ripetuto sul medaglione, e del nome dato alla sala del palazzo imperiale, ove pur avrebbe potuto aver luogo la salutaiio imperatoria.
  2. " Romam profectus, a Romanis magno gaudio susceptus est, quibus ille singulis tritici ad subsidium annis centum viginti millia modiorum concessit. „ (Eutropii, Hist. L. XV, in R. I. S., L. l, P. I).