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BIBLIOGRAFIA 567

del fu Barone von Hirsch. I caratteri di arte avanzata, fra il 460 e il 450, non si possono conciliare con la leggenda Zanklaion che permette di collocarlo al più tardi nell’anno 476. L’Evans conciliò questi dati contrari, supponendo che verso la metà del V secolo sia avvenuta una rivoluzione in Messana, in seguito alla quale gli Zanclei abbiano ripreso il loro antico nome ed impresso sulle monete l’immagine di Zeus o Poisedon, in un atteggiamento che non è proprio dell’arte monetale siciliana, ma di quella della Magna Graecia, prendendo a modello il Nettuno di Posidonia e l’Apollo di Caulonia delle monete contemporanee. Molto più convincente parmi la spiegazione dell’Holm. Egli rileva felicemente col Gardner la somiglianza tra questa figura e quella dello Zeus Itomate di Messene, ed è condotto con ragione ad ammettere che Anassilao venuto a Zankle abbia fatto imprimere la figura del dio della sua patria sopra alcune delle sue monete, concedendo agli Zanclei di segnarvi il loro nome primitivo. Questa immagine del dio appare più tardi sulle monete di Messene. Tale spiegazione non ci obbliga a far ricorso, come vorrebbe l’Evans, ad una rivoluzione, di cui la storia tace.

Dei trent’anni trascorsi dal 461 al 430, l’Holm forma il suo terzo periodo che s’arresta al primo apparire della grande arte monetale. Per quanto breve, altrettanto è ricco di problemi ardui questo periodo, fra’ quali occupa il primo posto la critica che egli fa al Kinch e al Meister circa la interpretazione della leggenda ΣΕΓΕΣΤΑZIΒ nelle sue varie forme, che quelli tentaron di leggere Σεγεσταζίη o Σεγεσταδίη; accenna alla interpretazione di ζιβ per div. e alla possibilità che le lettere di questa leggenda sien lettere licie, come sospetta il Six. Ma ad onta che questi conforti la sua ipotesi con ragioni storiche, non può negare che sia molto artificiosa.

A proposito del tetradramma di Gela, dal tipo della ΣΟΣΙΠΟΛΙΣ, ci saremmo aspettati, giacché l'Holm è così lodevolmente minuzioso nei riscontri, qualche accenno alla somiglianza tra questa figura e quella della ninfa Himera sulle monete della città omonima. L’atteggiamento delle due figure col braccio sinistro sollevato e con la mano aperta, la testa rivolta a sinistra e più specialmente la capigliatura, rendono possibile un tale confronto, anzi, a mio credere, addirittura